I maghi possono dialogare, fidatevi. Parola labbatiana.
TONY HASTINGS:
M’hanno stuprato la figlia, così come la moglie: ne ho “ritrovato” spoglie di manichini, sudiciume da palude, orli impressi di dolori nelle mie cateratte: morte… mortificate dall’ intasatore della causa-effetto; ne ho rimembrato giochi di sciocchi autostoppisti, ne ho folgorato i destini duplici disteso (conosciuta la loro dipartita),in un motel, dove il nome è il singhiozzo del gestore, chè trucida la impassibile mercificazione dei ferri, le automobili. Il nome, il mio, dopo quello “delle macchine”, la vergogna della femmina nel mio cervello: Tony.
I- Sfogliata la pagina: inondato di battute il lynchiano contatto tra personaggi trascendenti… poiché disadattate pieghe degli incubi del libro.
RAY:
Quella gridava, dibatteva le ali chè poi erano le gambe. Il vecchio della prateria masticava tabacco, sordo, fermo con il carroccio: ha scelto “l’OLTRE I FANALI”. Non si distingue un morto che cammina in autostrada. La notte non vedi la verità, si insinua nella mano del diavolo, che ama la donna più giovane: IO MI AMO. Il matematico non ha tradotto la mia algebra di “disfunzione” satanina. La matematica non può sovvertire un non-destino, un languore wallaciano, schifoso… dunque decido bene. La Buick deve dileguarsi perchè possa frapporre nebbia, perchè possa perdurare nel tempismo dilungato di un’offesa al viaggio, nella pudicizia della moglie del Tizio… poi giungere alla fonte decisoria e nel bosco dire DIAVOLO senza sognare laghi o fiumiciattoli; immergere il mio sesso nel duro stridore di ossa della sua figa: alzare la libido con il collo allungato, dubitare del volere di Dio… posso partecipare al dramma del buio???!!?!?! La figlia schiacciava il viso al finestrino, il paparino non poteva muoversi, si toccava le palle… al buio. Non vedo mentre guido.
Edward:
Mi isolo. Dico Tony, ma sono Eddy. Dico me, ma sono me-me. Dico addio mentre scrivo, ma scrive il buio. Il legno scricchiola come la mente veloce, come la dinamo del buio. Mi chiamo Eddy. Si, Eddy.
Susan:
Le pagine le ha scritte Eddy. Tony mi ha scopata. Eddy mi ha scopata. Forse il buio ha stuprato anche me, forse la banda di Lynch ha progettato due miei sessi: due vagine (Ray-Edward-Tony): una cartacea, l’altra materica. I bambini battono Wagner giocando, la mia casa deve essere sognata. La mia divisione immanente degli occhi deve essere onirica… e-e-e-e- non ho lampade per illuminarmi il viso, posso leggere. Badate.
2 -Potete chiudere il libro.
Austin Wright:
Non ho dimora fissa, scrivo. Il motel lo hanno chiuso per solitudine ipertrofica. Ray e la comitiva sgommano, lasciando bruciature nelle pagine chè poi sono asfalto reale. Labbate dice che posso essere Lynch, che posso essere un mago, che posso parlare di McCarthy in virtù del buio anonimo del suo: “ Non è un paese per vecchi ”.
Labbate:
Ditemi cosa scrivere, perché questo libro ha due libri: il primo, quello che toccate con i sensi; il secondo, quello dell’incubo che “rischiate”, nel tastarlo, di campare con infarti, di maghi bui.
Amen… forse- lettori.