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Italo Calvino: “Gli amori difficili” di una coppia che non si incontra

 …Perché una volta che avete cominciato, […] non c’è nessuna ragione che vi fermiate. Il passo tra la realtà che viene fotografata in quanto ci appare bella e la realtà che ci appare bella in quanto è stata fotografata, è brevissimo. ][…] Basta che cominciate a dire di qualcosa: “Ah che bello, bisognerebbe proprio fotografarlo!” e già siete sul terreno di chi pensa che tutto ciò che non è fotografato è perduto, che è come se non fosse esistito, e che quindi per vivere veramente bisogna fotografare quanto più si può, e per fotografare quanto più si può bisogna: o vivere in modo quanto più fotografabile possibile, oppure considerare fotografabile ogni momento della propria vita. La prima via porta alla stupidità, la seconda alla pazzia”.

Italo Calvino parla d’amore nella sua raccolta di racconti Gli amori difficili , venti storie, venti  avventure che testimoniano come l’amore sia in realtà il frutto di un esperimento combinatorio.

E’ proprio questo ciò che il padre di Palomar e de Le città invisibili  vuole comunicarci : l’uomo e la donna sono l’una verso l’altra in continua tensione, erotica, sentimentale, fisica anche quando sono lontani, specialmente quando sono lontani.

Perchè se è facile parlare di amore, di sguardi, di mani che si intrecciano, di baci che si regalano, parlare di amore immaginato, pensato, ricordato o sperato è una svolta che al narratore italiano più importante del secondo novecento si deve attribuire.

Calvino dispensa con sapiente conoscenza del linguaggio, le emozioni dei personaggi; in tutte le storie non ci sono delle vere e proprie storie vissute; i personaggi non compiono “azioni” ; semmai subiscono i sentimenti con pathos tanto intenso quanto comune a tutti gli uomini, almeno una volta nella vita.

Pensieri, desideri, ricordi celati al mondo, in potere solo di chi prova e sebbene a volte siano così dolorosi e forse troppo per poter essere provati da essere umano, metabolizzati da un solo cuore è impossibile purtroppo condivere con altri perchè nessuno capirà davvero quello che si sente finchè non lo proverà sulla sua pelle…e anche allora diventerà il nuovo qualcuno impossibilitato ad alleggerire il suo male con nessuno.

Ecco dunque la coppia che non si incontra:  se da un lato si può considerare la coppia in senso concreto e dunque vedere due persone che sospirano magari l’un l’altro dalle proprie finestre, che passano per la stessa strada ma mai nello stesso momento, dall’altra parte sono due cuori che non incontrano o non si rincontrano, non si comprendono, non si conoscono, non riescono a parlare, non riescono ad ascoltarsi.

Un ‘incomunicabilità di base nelle righe de Gli amori difficili tanto dura da accettare quanto vera nel suo essere.

L’uomo e la donna che proprio non riescono ad essere sulla stessa lunghezza d’onda: in uno dei racconti dal titolo L’avventura di due sposi Calvino prende in esame la realtà di coppia di due giovani, costretti a vedersi poco a causa dei diversi orari di lavoro nelle fabbriche: pochi dunque i momenti in cui i due possono scambiarsi coccole, abbracci, sguardi, parole.

Una realtà comune a tante coppie questa, dove se non per contingenze interne ma per fattori esterni la solidità dell’unione e la costanza del dialogo vengono messi a dura prova.

Nella seconda parte della raccolta invece c’è un lungo racconto dal titolo La nuvola di smog dove protagonista è un giornalista che per motivi di lavoro si sposta in una città per interessarsi della purificazione dell’aria; in quella città c’è una nuvola costante di smog che incombe sul paesaggio e che rilascia una polverina nera che si posa su tutto, sulle case, sulle auto, ovunque.

Non ci si può liberare da quella nuvola di smog, così come non ci si può liberare della propria nuvola di smog, che ci si porta dentro e che proietta su tutto anche sulla sua bella fidanzata ormai matura ; ma c’è chi esce da questa nuvola’ chi riesce a vivere fuori? e poi è veramente vita quella al di fuori della nuvola si smog ?

…ma quel che importava era tutto ciò che era dentro lo smog, non ciò che ne era fuori: solo immergendosi nel cuore della nuvola, respirando l’aria nebbiosa di queste mattine si poteva toccare il fondo della verità e forse liberarsi”.

Per concludere, per quanto una relazione possa avere certe volte come stretti compagni il dolore, la sofferenza, l’incomunicabilità vale comunque la pena provarci; meglio che ci sia qualcuno con cui provare a comunicare, anche male, che non comunicare affatto.