Letteratu.it

“Margherita Dolcevita”: l’arma della fantasia nel romanzo di Stefano Benni

Rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose
come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario, ma anche
quello del vocabolaltro, cioè con un nome inventato e scelto. In fondo tutti lo
fanno. I miei genitori mi hanno chiamato Margherita, ma io amo
essere chiamata Maga o Maghetta. I miei compagni di scuola, ironizzando sul fatto che non sono proprio snella, a volte mi chiamano Megarita; mio nonno, che è un pò arteriosclerotico, mi chiama Margheritina, ma a volte anche Mariella,Marisella oppure Venusta, che era sua sorella. Ma soprattutto, quando sono allegra mi chiama Margherita Dolcevita.

 

Margherita Dolcevita è un romanzo scritto da Stefano Benni dove la protagonista è una ragazzina, Margherita appunto, un pò cicciottella e con un cuore malato.

Margherita però non è solo questo; ha qualcosa in più degli altri bambini e qualcosa in meno dei grandi: sa guardare le cose , il mondo con una fantasia che quasi come un’arma riesce a trasformare ciò che le sta intorno, lasciando che la malizia e la cinismo del mondo dei grandi resti lì, nel mondo dei grandi.

Vive in una cittadina ancora incontaminata, fatta di ampi prati su cui correre e giocare e stelle luminose da ammirare la notte, in quel cielo limpido che sembra un sogno.

Ha una famiglia normale e stramba allo stesso tempo come nella realtà di tutte le famiglie,  un cane, Pisolo, un’amica fantasma, Bambina di polvere, pronta a castigare chiunque non rispetti il ciclo della natura e le sue leggi.

L’equilibrio di Margherita viene spezzato quando arrivano i nuovi vicini: famiglia perfetta, almeno in apparenza, ricca e altezzosa, che proprio lì a due passi dalla casa della ragazzina, costruisce un’abitazione che sembra un cubo blindato.

Il germe della ricchezza, della corruzione si è infiltrato nella vita del posto, della gente, nella quotidianeità della famiglia di Margherita quasi come se tutti si fossero trovati a diventare vittime di un incantesimo, una stragoneria, paralizzati dal demone denaro, demone benessere, demone perfezione.

Margherita è l’unica su cui l’ascendente della famiglia Del Bene e del loro stile di vita finalizzato al consumo non ha influenza:

Dobbiamo pensare che tutto ciò che ci tormenta è ben piccola cosa visto dalle lontanissime stelle?
Oppure, proprio perché siamo piccola cosa, dobbiamo combattere per la nostra briciola di giustizia, o le stelle crolleranno?

La ragazzina comincia questa battaglia contro i cattivi, fatta di indagini, incursioni notturne…conoscerà Angelo, il figlio della famiglia Del Bene, rinchiuso perchè considerato pazzo…Margherita conosce con Angelo l’amore.

Il romanzo di Benni, scritto in modo da dare l’impressione che ad annotare il tutto fosse proprio Margherita, è vivace, chiaro, spontaneo e sebbene l’opposizione bene -male sembri essere un pò infantile, tanto nelle evidenti caratteristiche dell’una e dell’altra parte , quanto del finale già anticipato o comunque aspettato, con sicurezza di realizzazione da parte del lettore, è una bella storia.

Una storia semplice e diretta…Margherita è un esempio di purezza, un monito da dover seguire nella vita moderna fatta di consumimo e superficialità; la giovane resta se stessa, con tutte le sue imperfezioni e combatte affinchè “il nuovo e crudelmente seducente stile di vita ” non si mescoli ai suoi prati, ai suoi cieli, ai suoi sogni…

Se ti arrendi a quattordici anni ti abituerai a farlo per tutta la vita…solo i pesci morti vanno con la corrente…