Ero in preda a grandi tormenti; pensieri attivissimi e acuti mi guastavano quel ce restava del mio spirito e del mondo. Niente poteva distrarmi dal mio male senza che vi tornassi più disperatamente. A ciò si aggiungevano l’amarezza e l’umiliazione di sentirmi vinto da cose mentali, cioè fatte per l’oblio. Il tipo di dolore che ha come causa apparente un pensiero; e perciò si genera, si perpetua, si rafforza esso stesso. Di più: in quelche maniera si perfeziona; diventa sempre più sottile, più abile, più potente, più inventivo, più inattacabile. Un pensiero che tortura un uomo sfugge alle condizioni del prensiero; diventa un altro, un parassita.
Paul Valéry
L’apertura, le prime righe, de “L’idea fissa”, opera estremamente concettuale pur essendo quasi improvvisata (espressione dell’autore stesso) spianano la strada alle parole che verrano, nonchè ai neuroni stessi del lettore i quali davvero non dovranno scervellarsi s’un titolo tanto vago.Un malessere si presenta, in una fase di vita, in una vita, quella stessa dell’autore presumibilmente; le cose mentali per un artista son tutto, sono la vita, sono la propria espressione, l’identità che si staglia nel mondo reale, un dolore mentale di un artista è dunque più violento, più insormontabile, è un qualcosa che blocca sè stessì, come una paresi per un atleta, un artrosi per un artigiano, interrompe lo scambio che rende speciale tra reale e creante, una sorta di caverna delle ombre, una verità troncata.Il nutrimento stesso dell’arte nutre quest’ idea, e la rende forte, corposa, imperiale, imperante; Valèry atterrito parla di “perfezionamento”.
I protagonisti di questo pseudoromanzooperettamoralesaggio discorrono dei temi e delle arti e scienza più disparate, mentre la luccicante cultura dell’onnivoro francese sciorina delicatissime teorie psicologiche (sempre tramite le voci protagoniste) e lontanissime idee cosmologiche, tra una frase dormiente e l’altra, discorrere sonnacchioso quasi dello scibile umano, cose da poco!
L’ io si spacca ed il linguaggio fluttua dolcemente, la cultura e la poesia di Valéry fanno il resto schiudendo tesori millimetrici tra scambi di frasi gettate al vento come un discorrere qualunque tra due spiriti umani.