Il 26 dicembre 1880, sulla rivista “Rassegna settimanale”, fu stampato per la prima volta uno dei racconti più famosi di Giovanni Verga: La Roba. Nel 1883, l’autore catanese lo inserì nella raccolta Novelle Rusticane dove vide la sua edizione definitiva nel 1920, in seguito a una revisione stilistica curata dallo stesso Verga poco prima di morire. Il nome del protagonista, Mazzarò, è tutt’ora usato nel linguaggio comune come metafora di un uomo intelligente ma rozzo, completamente alienato dal mondo che lo circonda e dedito esclusivamente a “la roba”, intesa come beni e ricchezze. Egli anticipa, in fondo, molti tratti distintivi della futura ascesa economica di Mastro don Gesualdo, pur non provando il fallimento patito dal protagonista del romanzo sul piano affettivo. La tragicità di Mazzarò nasce, piuttosto, dallo scontro inevitabile con gli eventi della Natura, come la vecchiaia e la morte. Egli ha dedicato tutta la sua vita ad accumulare ricchezza e terreni, con la furbizia e il sacrificio, rinunciando agli affetti familiari, non sposandosi, e contabilizzando persino la spesa sostenuta per la morte di sua madre: sua madre la quale gli era costata anche 12 tarì, quando aveva dovuto farla portare al camposanto… Tuttavia, la sua ostinazione, la sua perseveranza, il suo sacrificio, nulla possono di fronte alla conclusione inevitabile di ogni essere umano. Il racconto si chiude con una scena tragica e grottesca allo stesso tempo: Mazzarò sa di essere sul punto di morire e disperato fugge nei suoi campi uccidendo a colpi di bastone anatre e tacchini strillando: Roba mia, vienitene con me! Questa conclusione, assai significativa, dimostra come Verga non si attenga ( e non solo in questo racconto) ai dettami precisi della corrente veristica ( l’ambientazione basata sul milieu e sulla tecnica dell’oggettività ), ma sconfini in una visione molto più filosofica, meno distaccata e fredda. Leggendo il racconto, infatti, si avverte forte la voce di un Io narrante esterno che vede tutto. E’ proprio questo stile che ha reso Giovanni Verga il romanziere più grande e importante della letteratura italiana, dopo Manzoni. E oggi Catania, la sua Catania, permette che l’Autore riposi nel cimitero, immerso nella sporcizia e nel degrado!!!