“Avvertenza labbatiana”: se volete che Ginsberg stia leggendo con Voi, allora non analizzate le parole per addivenirne un “tempo” unico, o un “soggetto o oggetto” unici. Non fate i furbi perché potreste eludere l’ultima sborrata della coscienza.
Bisogna accendere la nostra “cattiveria di giudizio” per immergere nell’immondezzaio forme di poesia, fintamente “poesia” …
Rasentano il sentimentalismo Harmony che una parte di noi nutre inquinando il procedimento espettorante intra-trachea dove dimora il cancro animico, poetico. La rassegnazione morbida che riproduce parole-caramelle, parole di zucchero eccessivo,parole che imitano, pantomimando, una donnetta di Lawrence, e quindi concludendosi in tizi come: Gibran, Hikmet,Prevert e così di seguito i padroni della ristrettezza lirica, seguita da timorose limature di unghie pre-estetista. Ora, fottuti ciechi o sordomuti della POESIA, voglio quest’oggi ficcarvi nelle teste il valore letterario, stilisticamente dinamico –turbinoso, della rivoluzione poetica de :”L’urlo”. Un suggerimento che non produce catene coercitive di convincimento, ma di per se stesso coinvolge l’aspirante poeta a partecipare al ritmo jazz-bop del poeta beat.
Quando scopate come descrivete la vostra scopata??? Come la riproducete “nelle lettere”? Come tentate di far risuonare ,l’orgasmo in attività, in una passività di silenziosità letteraria? Come fate confluire l’elettricità post orgasmica nel vostro karma di scrittori vagabondi? Come declinate l’invito di puttane-lune quando chiudete le palpebre al suono metropolitano incessante? Come ficcate, nel bel mezzo di un ritmato corpo poetico scritto, un Moloch che non ha un cazzo da spartire con l’assoluta logica di un’idea positiva avente come oggetto la tristezza di una madre? Come avvalorare la tesi ginsbergiana-kerouacchiana che il luna park è nella mente di chi fissa incessantemente un oggetto fermo come delle rotaie? Come descrivere l’allucinazione di capi d’angelo che poi si introducono nelle dita per battere a macchina?
Il lettore “preciso” mi chiederebbe se nel jazz di Ginsberg vi sia una politica sottesa, una giustificazione ideologica di periodo. Io mi trattengo dal bestemmiare dinanzi a tale squallore di richiesta giustificativa, mi trattengo temporaneamente dal sollevare cieli , l’Olimpo… ed è questa trattenuta istintiva che assottiglia la Verità della POESIA di ogni maledetto porco-essere- umano lobotomico!!! Via il preconcettualismo delle parole!!!
La parola è jazz, il jazz dell’uomo che esalta l’evento imputridendolo di iniziative novative, anti-conformiste. Seguite questo suono, leggete queste parole con il rifiuto verso l’ Universo, scopate quando le sentite o fatevi fare un pompino:
Ho visto le migliori menti della mia generazione
distrutte dalla pazzia, affamate, nude isteriche
trascinarsi per strade negre all’alba in cerca di una pera di furia
hipster dal capo d’angelo ardenti per l’antico spaccia paradisiaco
che connette alla dinamo stellare nel macchinario della notte,
che povertà e stracci e occhiate fonde e strafatti stavano lì a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua
fredda fluttuando nelle cime delle città, contemplando jazz
che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated
e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di condomini illuminati,che in università eran di passaggio con occhi raggianti e cool allucinando Arkansas e Blake-lumilievi tragedie tra studiosi della guerra…
Come interpretate le macchine di notte-abbandonate-sobbalzanti ? Causa: insistente martellamento del pene nell’organo femminile mentre Parker si sgola accusando il pianeta di averlo inculato facendolo “sensibile” alla musica? Il disastro del buio,le carezze d’Atlantico, lo stomaco affamato e il sangue bollente quando i pasti stanno per essere digeriti!
Il senso, anche insensato, ha un senso assoluto, le emozioni espresse dunque sono istinto puro. Ginsberg ha i muscoli in una locomotiva verso le stelle, e dentro i vagoni tutti,dico tutti, hanno orgasmi… non si curano della significanza di un uccello che cinguetta per dirci che l’amore esiste!!! Cazzo, tutti possiamo lavarci i denti e poi fotografarci, inebetiti, dinanzi ad uno specchio! Ma non tutti possiamo vestirci della stessa polvere ventosa che ogni cosa, corrotta, ha!
1, 2 ,3,4 ,5 ,6,7,8,9,10,11… e “più infinito”: ogni poesia,per Ginsberg, deve correre , la poesia corre nelle vene ma condividendo cervelli mangiati, solitudine, sudicio, turpitudine, bambini che urlano sotto le scale, vecchi che piangono nei parchi, incubo del Moloch, Moloch mentale, pesante giudicatore degli uomini!!! Una sola fottutissima parola, l’impulso di un ritmo: “finestre,certo”, “le finestre”= ho fatto all’amore ma ora mi tocca animare LA FINESTRA.
La poesia beat, anima!!!
Sentirsi strani, imitare l’ombra di madri, vedere arpie senza essere Greci catatonici, innocenti, manicomiali… Pellegriniamo tutti, rivoluzioniamo, come parlare dei cieli senza legge di Dio.
Volete vedere i fiorellini? Eccovi un portatore di fiorellini, Prevert:
Sono andato al mercato degli uccelli
E ho comprato uccelli
Per te
amor mio
Sono andato al mercato dei fiori
E ho comprato fiori
Per te amor mio
Sono andato al mercato di ferraglia
E ho comprato catene
Pesanti catene
Per te
amor mio
E poi sono andato al mercato degli schiavi
E t’ho cercata
Ma non ti ho trovata
amore mio.
Un valore muto,un valore spento. Ecco cosa leggo. Orgasmi del pathos di sbobba: non ne esistono!!! Non vedo tadadan:1, tadadan:2, tadadan :3; vedo, invece: “ Il cielo è bello amore mio. Un bacetto”.
Se la notte avete il crepacuore, perché non vi “ritenete” nel vostro corpo, allora ascoltate Ginsberg, non segmentate il buon sentimento in profumi dolci. SPUTATE,SCARACCHIATE,PROVATE AD INQUINARE I NEMBI E QUINDI LA PAROLA.
LA PAROLA.
POTETE RENDERLA INDIGESTA, POTETE NON CONFORMARLA AD UN PAESAGGIO PRECOSTITUITO.
Siamo individui liberi, liberi. Quindi oscenamente leggiamo :”L’urlo”.
Ululiamo,strillando di gioia.