Non mi faccio fare i tarocchi, non mi faccio leggere la mano, conservo gelosamente i miei fondi di caffè ed il tè in foglie non lo uso proprio per sicurezza. Non faccio tutto questo perchè potrei finire per crederci. Sono una persona impressionabile lo ammetto, a tratti superstiziosa, il concetto di profezia che si autoavvera con me raggiunge vette altissime. Nella tua vita entrerà un uomo alto e moro: depennare puffi, snorky e nani da circo albini dai miei possibili futuri fidanzati. Quest’anno porterà numerosi cambiamenti positivi e danaro: licenziata mi danno il tfr, Paolo Fox aveva ragione. E così via.
Come dunque dare un contentino alla mia anima credulona che pure ha i suoi bisogni? Come appagare quel minimo di esigenza che avverto di magia e misticismo senza rischiare di cadere nelle trame di un qualche santone da tv privata? Che domande, con un romanzo.
La statua di Santa Barbara attraversa il mare viaggiando da Santo Amaro per arrivare a Bahia ed essere esposta all’interno di una mostra di tema religioso come pezzo di punta vista la sua particolarità. Stringe infatti tra le mani un mazzetto di fulmini al posto della classica palma. La particolarità risulterà un’altra. Subito dopo l’attracco la Santa sparisce…sulle sue gambe. Con naturalezza Jorge Amado racconta, nel suo “Santa Barbara dei fulmini”, che una volta “animata” lei/essa decide di porre rimedio ad una serie di fatti che la fanno arrabbiare. Tra questi in particolare la Santa, oltre che a qualche smacco personale, si dedica al trionfo amoroso di Manuela, una delle sue figlie (non siate invidiosi siamo tutti figli di un Santo, io spero il mio abbia in mano un mazzetto di asce). La figlia dell’ Orixas, nome brasiliano delle divinità, è maltrattata infatti dalla zia, dona Adalgisa, fervente e feroce cattolica dal cuore cattivo che impedisce alla nipote di coronoare il suo sogno d’amore, oltre a vessarla e tentare di allontanarla dalle antiche tradizioni brasiliane per assoggettarla alla sua bigotta morale cattolica. Anche le Statue nel loro piccolo si incazzano. Altri e numerosi sono i personaggi che in un certo senso affollano questo libro, prestando la dovuta attenzione si riuscirà ve lo assicuro a non perdersi. La neovivente Barbara è allo stesso tempo Yansa signora degli uragani e della guerra, dea africana, tipico esempio del sincretismo religioso brasiliano, fenomeno per cui a miti antichi si è tentato non gentilmente di rimpiazzare dogmi e storie della religione cristiana ma, nonostante divieti e pratiche aggressive, a questi sono riusciti solo a sovrapporsi dando origine ad un affascinantissimo fenomeno. Tutto questo è il Candomblè, nuovi Santi e vecchi Dei sono l’uno il rovescio dell’altro. Danze tribali, Orixas, pai de santo, un mondo complesso e attraente, la magia nera e l’eucarestia che viaggiano a braccetto.
Gli scrittori dal sangue caldo scrivono storie spesso difficili da condensare figuriamoci da raccontare. Amado il sangue ce l’ha bollente.
Ho trovato sempre affascinante il popolo brasiliano, godereccio e malinconico allo stesso tempo, l’intraducibile saudade, l’irricreabile carica erotica di chi la samba non la impara, se ne nutre. Un popolo dalla doppia anima, così come la santa-divinità africana, cattolica e tribale insieme. L’amore, che dovrebbe essere il motore di ogni virtù è carne, il desiderio è carne. Yansa la santa non è pia e timorata, ma bella e temuta, il femmineo non si identifica con la devozione ma con la forza, la forza del desio.
“Sotto la luna piena, enorme, incastonata sul faro di Itapuã, Patrícia rubò un bacio a padre Abelardo Galvão. Un bacio in bocca, aveva il gusto del peccato e dell’ambrosia fatta in casa.”
Questo libro è molte cose, tutte insieme, critico con i potenti e con la chiesa, carico di sensualità ed erotismo mai volgare, appassionata dichiarazione d’amore di Amado per la sua terra e le sue tradizioni. Oltre che scritto in modo magistrale.
Soddisfatta non troverò di certo necessario contattare una qualche fattucchiera da strapazzo e da convinta vegetariana eviterò di consultare frattaglie di pollo. Alle volte leggere può essere molto più che appagante, può essere salvifico, soprattutto se sei un pollo.