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La Musa di Anna Achmatòva

Quando la notte attendo il suo arrivo,
la vita sembra sia appesa a un filo.
Che cosa sono onori, libertà, giovinezza
di fronte all’ospite dolce
col flauto nella mano? Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.
Le chiedo: “Dettasti a Dante tu
le pagine dell’Inferno?” Risponde: “Io”.

Anna Achmatòva

Immaginate che vi venga incontro una donna alta e longilinea, dagli occhi grandi, le labbra sottili e il naso adunco; ha un andatura elegante e ferma, tipica di chi è stato educato in una famiglia benestante, da un cipiglio quasi severo. Quasi però. Perché nello sguardo scintilla qualcosa, una fiamma viva di passione e amore, la dimora di ogni poesia.

Benvenuti allora nel mondo della Poesia Russa.

La Musa vien di notte.

È giovane e bella, si veste di bianco e ha il sorriso perfetto. Le sue carezze sono pensieri, che diventano parole in prosa, in versi e rime, i suoi baci sono promesse d’eternità .

Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.

Ha il potere di sollevare il velo che ci separa dalla favola,e concede così, ai poveri poeti ,la ricchezza più ardita: la possibilità di vedere oltre, al di là, lì dove il povero di cuore non arriva a vedere. Sceglie i suoi amanti e le sue amanti in base alle loro parole, ai loro sguardi e alla loro voce. Il semplice tocco della sua mano è una porta verso realtà meravigliose, verso gli incontrollabili mondi della nostra mente, sono viaggi di lettere e fogli. Bussa piano alla porta di coloro che restano svegli, nelle notti di plenilunio, ad osservare il pallore perlaceo della Luna , scorge nei loro cuori l’essenza della poesia e si lascia vedere, si presenta e si stringe a loro, entra nei loro cuore,

con un’immagine diversa , ogni volta, ma resta lì e si riversa placida ed eterna nelle parole che ognuno di loro scrive. Ed ogni cosa materiale diventa distante , fredda ed incapace di dare la stessa sensazione di libertà che lo scrittore prova quando lascia cadere su di un foglio rime e metafore che svelano al mondo e a se stesso i segreti che gli opprimono l’anima. Questa è la musa, almeno per me. Colei che dona le chiavi per conoscersi e svelarsi. Ma solo a se stessi.