Lo ammetto. Ho ceduto al gossip, o forse ne è stata solo una conseguenza. Ma ho seguito anche il cuore. Quello si sa, ha sempre ragione (non ricordo o meno se l’abbia detto qualcuno!). Ad ogni modo dicevo. Ho letto due nomi, Johnny Depp e Alfred Hitchcock. Cosa c’entrano? Starete giustamente pensando. Johnny Depp ha comprato i diritti di un “certo” libro, Hitchcock ha creato l’idea di quello che molti definiscono il delitto perfetto. Il libro di cui è “proprietario” l’attore è Un delitto argentino, la fantasia omicida ideata dal regista è la protagonista del suddetto libro. E fu così che lo scelsi, o lui scelse me, o forse il mio attore e il mio regista preferito mi hanno fregata, di nuovo!
Reynaldo Sietecase, giornalista e scrittore argentino, pubblica il suo primo romanzo. Un giallo, un poliziesco, un avvincente affondo psicologico nella mente di un assassino… perfetto, o quasi. Siamo a Rosario, Argentina, fine degli anni ’80, dicembre, in una clima storico e politico caldo e incessante, Mariano Màrquez, brillante avvocato, viene arrestato per una truffa immobiliare e rinchiuso in galera. Qui, a contatto con detenuti comuni e con detenuti “scomodi” che il regime fa prontamente sparire, ha un’illuminazione. Immagina un delitto, lo studia, lo progetta. Il delitto perfetto. Decide, una volta fuori, di rapire un imprenditore, a scopo di estorsione. Ci riesce. Gli diventa amico. Ma non è tutto. Decide, ispirato dai mesi passati in carcere, di ucciderlo e poi scioglierlo nell’acido. Il tutto per fingere un’estorsione. Se il cadavere non c’è, l’omicidio non esiste. È questa la sua teoria. Dopotutto è la stessa strategia del terrore imposta dal regime. Ma Hitchcock insegna. Il delitto perfetto non esiste. Mariano non ha calcolato un particolare importante. La famiglia dell’avvocato, ricca, in vista. S’impegna, stavolta con l’aiuto della polizia, affinché venga fatta luce sulla scomparsa del rampollo di casa. È questo l’errore di Màrquez: non aver valutato il paradosso. In un paese in cui chi sparisce… diventa decaparecido, capita invece che si cerchi colui che è sparito poiché è semplicemente…sparito.
Questo romanzo, abilmente costruito tra colpi di scena e pesanti bagagli politici, coinvolge e butta uno sguardo alla storia di un paese che sta vivendo la sua rivincita ma che porta con sé le ferite di un regime che ha distrutto senza mai ricostruire. Una memorandum, un giorno della memoria, insomma: per non dimenticare. Per non dimenticare i 30.000 dissidenti (o sospettati tali) spariti in Argentina tra il 1976 e il 1983. I desaparecidos.