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Le incertezze di un uomo, l’esempio di un santo: le “Confessioni” di Sant’Agostino

Tredici libri, scritti in latino intorno al 400 d.C., che hanno tramandato nei secoli la vita di una delle più maestose figure della storia dell’Occidente: Sant’Agostino, padre della Chiesa cattolica, santo, vescovo, teologo e filosofo. Ma soprattutto uomo. Le Confessiones, ritenute un capolavoro della letteratura cristiana, narrano la vita ed in particolare la conversione di Agostino, in uno stile fluido e scorrevole, condito da numerose ed ampie riflessioni teologiche.

Di certo non ci si meraviglia di fronte alla straordinaria fortuna di cui ha goduto l’opera, considerata la prima autobiografia moderna. Moderna perchè l’autore non si limita a narrare semplicemente la propria vita, le vicissitudini dell’infanzia, le dissolutezza giovanili, la conversione al Cristianesimo; tutto, in Agostino, è fortemente interiorizzato. A lui spetta l’onore di aver concepito la storia non come concatenazione di fatti esterni, ma come crescita interiore, tormentata dal dubbio. Certamente sarebbe limitativo considerare l’opera solo come frutto del filone apologetico, dottrinale o anti-eretico, nonostante vada ben tenuto in conto il periodo di composizione: siamo a cavallo tra il IV e il V secolo d.C., un momento delicato per il Cristianesimo, che sta ancora portando avanti la faticosa lotta per la sua completa affermazione nel Mediterraneo, soprattutto contro le numerose eresie interne.

Di madrelingua berbera (nasce infatti a Tagaste, oggi Souk Ahras in Algeria), Agostino parlava il punico, il latino e il greco. Ragazzo geniale, scriveva meravigliosamente, ma sperperava il suo talento nel dolce far niente, dedicandosi al gioco e alle donne (ebbe anche un figlio illegittimo da una concubina). Poi, la svolta che comincia a insinuarsi nel suo animo. L’opera ci conduce per mano al cuore di uomo lacerato da una vera e propria crisi esistenziale, che lo sconvolge alle fondamenta, che gli rende le notti insonni. Il suo lavoro di retore lo conduce prima a Roma e poi a Milano, dove avviene la conversione e viene battezzato da Sant’Ambrogio, allora vescovo di Milano. Infine il ritorno in Africa e la nomina a vescovo di Ippona, carica che ricopre dal 395.

Raramente nell’antichità una biografia o autobiografia era stata concepita con tanta finezza e tanta attenzione all’ “io”, che diventa il fulcro attorno a cui ruotano tutti gli eventi del protagonista. Raramente era stato concesso, fino ad allora, tanto spazio all’elemento introspettivo. La rivoluzione della filosofia cristiana è anche qui.

Come spesso ci è capitato di sottolineare, risulta sorprendente l’attualità di creazioni letterararie così lontane nel tempo da noi. Quasi 2000 anni ci separano da questo ventenne indeciso a tutto: all’amore, al lavoro, alla fede. In breve, al proprio futuro. Ma la ricetta sembra essere sempre la stessa: senza passare attraverso dubbi e incertezze, non si raggiunge l’età matura.