Ricevo e pubblico questa lettera, giunta in forma anonima e attraverso posta aerea: mi ha ricordato che ogni medaglia ha la sua faccia nascosta, e che fa freddo all’ombra di qualunque sole, anche il più grande e caldo che conosca. Ho trovato giusto pubblicarla il giorno dopo San Valentino perchè, come in ogni festa che si rispetti, il momento di chiudere le porte, di spazzar via i festoni e di guardarsi intorno è spesso il più triste, e qualche volta anche il più bello: perchè è giusto, all’ombra della festa degli innamorati, dare spazio anche ad altre forme d’amore, anche a quelle senza forma, senza spiegazione e senza futuro alcuno.
Ecco a voi.
Eri per me tutto ciò che avrei voluto, tutto ciò per cui ho pregato, fra tante lacrime da sommergere il mondo e tanto dolore da non lasciare traccia di vita.
Nessuno sa come e’ successo, risolvere il mistero che batte al posto del mio cuore: tutte le spine non caveranno sangue al silenzio, nessuna rosa appassirà ne’ morirà, non metteremo insieme i pezzi della foto.
Eppure penso che tra noi due qualcosa durerà per sempre ogni volta che ricordo il tuo sguardo, perché quando ho messo via la maschera e sono stato davanti ai tuoi occhi ho visto sempre quello che c’era dentro, ho visto sempre dove sei: anche adesso, da questa macchina, guardo attraverso i vetri e ti vedo lì a servire ai tavoli.
C’è una storia che nessuno ha ancora scritto, un posto nuovo mai raggiunto dove notte e giorno sono la stessa cosa. Laggiù le parole si nasconderanno e nessuno più ci toccherà: e’ la promessa che spero di mantenere, il dono più importante che ho da farti.
Ha iniziato a piovere: acqua buona per il Canal Saint-Martin.
Mi pento d’averti detto di essere un Principe, e’ una cosa lontana da me: ti ho mentito sull’altare, ho venduto ogni grazia, non ho pianto senza respiro per portarti indietro, capirò se non perdonerai.
Con incondizionata tristezza e dolorosa rabbia hai sollevato i tuoi occhi e sussurrato al mio orecchio parole che non ho voluto ascoltare, ma che non scorderò.
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Au revoir.
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