L’uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l’impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.
Non sono per le categorie rigide e statiche, per un “mi piace” o un “non mi piace” secco, nè sono tra quelli che sostengono che se Faletti è un attore, allora è meglio che se ne stia su di un palcoscenico.
Non farò una feroce critica di questo libro, anche se, sostanzialmente, non mi è piaciuto.
Perché, infondo, molto profondamente, qualcosa di interessante, questo “Io uccido” ce l’ha. Ed è nella sua stessa intrinseca natura di giallo: è ben architettato, nonostante alcuni passaggi credo siano profondamente ridicoli, come ogni giallo che si rispetti, non avrei mai azzardato un’ipotesi, se non a 200 pagine dalla fine, di chi fosse l’assassino.
Punto primo, fine degli elogi. A coinvolgere il lettore è la trama, molto ben ordita e decisamente la suspance che si crea ad ogni pagina, lo stile è però abbastanza piatto e prevedibile, bèh! Per una come me che ha masticato pagine di Agatha Christie, che riesce a suscitare tensione con una semplice descrizione, Faletti appare un po’ sciapo. Di prevedibili ci sono anche i personaggi, la cui caratterizzazione spesso scende a compromessi con dei clichè. Mi ha fatto decisamente impallidire anche l’imbarazzante motivazione psico-sociologica apportata per i crimini efferati del serial killer, quasi a dare giustificazione plausibile a tali scelleratezze.
“Anche in questo siamo uguali.
L’unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.
Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.
Io no.
Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai.”
“E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?”
“Io uccido…”
Nel mondo dei ciechi, un solo occhio può essere una valida qualifica per diventare re.