Il dono interminabile
Un pittore ci promise un quadro.
Adesso, nel New England, so che è morto. Ho sentito, come altre volte, la tristezza di capire che siamo come un sogno. Ho pensato all’uomo e al quadro perduti.
(Soltanto gli dèi possono promettere perché sono immortali.)
Ho pensato al luogo prestabilito che la tela non occuperà.
Poi ho pensato: se la tela fosse lì, diverrebbe con il tempo quella cosa in più, una cosa, una delle vanità o abitudini della mia casa; adesso è illimitata, incessante, capace di qualunque forma e di qualunque colore non legata a nessuno.
Essa esiste in qualche modo. Vivrà e crescerà come una musica,e rimarrà con me fino alla fine. grazie, Jorge Larco.
(anche gli uomini possono promettere, perché nella promessa c’è qualcosa di immortale.)
Jorge Luis Borges
C’è quel che si può vedere, apprezzare, rivalutare, odiare, criticare, correggere, nascondere, ecc. e poi c’è quel che un uomo fuori dal comune come Borges vede, immagina, al di là di ciò che poteva essere e non è stato; al di fuori del creato ch’era stato quando fu detto ( e promesso) poiché sarebbe ma poi è come scomparso, cancellato, pur non essendo mai stato. Però interminabile in quanto increato e da poter far scorrere ancora, un lenzuolo bianco senza colore né storia, non è, sarà , forse, chissà! Ma se poi non è è differente da quel che sarebbe stato prima di poterlo pensare, sperare, attendere, immaginare senza immaginare che non si potesse più immaginarlo.
Il testo è l’emblema del suo sapore di irrealtà. Completa quella svuotata pienezza ch’è il suo pensiero, quel creare puntualmente su un nulla stracarico di ripetizioni e frammenti minuscoli, introvabili, contorti.
Cosparge le sue opere di allusioni culturali, invenzioni continue, oggetti ricorrenti delle sue visioni, delle sue dottissime visioni e reminiscenze. Modalità di scrittura che ritroviamo oltre che nelle costruzioni poetiche anche nelle raccolte di racconti (su tutte l’ “Aleph” e le “Finzioni”). Conosciamo i suoi soggetti ricorrenti e le sue potenti ossessioni…gli orologi, le mappe, gli specchi,i labirinti, il tempo infinito e lo spazio infinito, i libri stessi…
“…
tutto trascina e perde questo instancabile
filo sottile di sabbia numerosa.
Non mi salverò io, fortuita cosa
di tempo, che è materia così friabile.”
“Il mondo, disgraziatamente, è reale ; io, disgraziatamente, sono Borges.”
Sapore di irrealtà, voglia di irrealtà.