Dal 44esimo rapporto del Censis, centro studi investimenti sociali, si evince che la società italiana risulti delusa, che stia perdendo motivazioni individuali, ambizioni, capacità di reagire fino ad arrivare ad una “caduta del desiderio”. Insomma una società che sta perdendo la voglia di sognare e che sta perdendo anche le motivazioni per misurarsi individualmente. Come ha sottolineato il sociologo Giuseppe De Rita, uno dei fondatori del Censis nonché presidente dal 1974, “Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita”. Ma quest’ultimo rapporto fa emergere anche un fattore positivo, secondo cui, al contrario degli uomini, le donne italiane hanno un potenziale di aspirazione quasi del tutto integro.
Certamente ci troviamo in un momento di grande difficoltà, dove più che impossibile sembra quasi un’utopia realizzare il proprio sogno. Un’utopia perché ormai nella nostra società prevale un pragmatismo che cresce sempre di più, perché le regole del mercato ci impongono di cercare di guadagnare subito un salario adeguato, perché non possiamo perdere tempo prezioso per rincorrere il nostro sogno che nel tempo inevitabilmente si trasformerebbe in una lontana chimera. E’ logico che bisogna imbattersi per forza con la realtà, ed è ovvio che non si può passare tutta una vita con l’obbiettivo di veder realizzati i propri sogni. Ma io penso che non ci si può arrendersi prima di incominciare un percorso il cui unico scopo deve essere quello di raggiungere, tramite le proprie ambizioni, la propria volontà, la propria bravura, il tanto sospirato traguardo. A tal riguardo, ultimamente sto vedendo, soprattutto tra noi giovani, un grande pessimismo, dove chi dice che sta seguendo una propria passione viene visto come un povero illuso, un sognatore destinato a rimanere deluso. Molti ragazzi scelgono gli indirizzi universitari non secondo le proprie preferenze in virtù di quello che vorrebbero fare una volta laureati, ma vedendo solo quegli atenei che possono garantire più sbocchi lavorativi nel futuro. E pazienza se abbandonano le proprie passioni prematuramente senza misurarsi con se stessi, se si ritrovano a studiare materie non gradite e se in futuro si ritrovano a fare un lavoro che a loro non piace, l’importante è trovarlo. E’ necessario ottenere tutto, ma soprattutto subito.
Io penso che invece sia un vero e proprio dovere investire del tempo per cercare di realizzare il proprio sogno. Non all’infinito, questo è ovvio. So benissimo per esperienza personale le difficoltà di trovare un impiego per noi giovani, ma so anche che se non abbiamo noi le ambizioni, se non abbiamo noi la voglia di emergere, ma chi le dovrebbe avere? Ripeto che mi sembra un vero peccato rinunciare ad una propria passione senza cercare di provarci, senza essere determinati, anche con molti sacrifici personali, a raggiungere il proprio sogno, senza avere quell’ambizione e perché no, anche un po’ di sana presunzione per poter pensare di potercela fare.
Certo è difficile e si potrebbe anche non farcela, ma almeno non si avrebbe il rimpianto di non averci provato. E d’altronde non si deve rimanere delusi se dopo anni e anni di impegni e sacrifici non si raggiunge il tanto sospirato traguardo che ci si era prefissato, perché dopotutto “La sconfitta è un’eleganza per l’ipocrisia di chi si arrende in partenza”.