I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto.
Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di stare dietro ad un proprio desiderio.
Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo questo è davvero importante:
che quando arriva il momento di pagare uno solo non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare.
Solo questo è importante.
Guai a chi tocca i desideri. Sono come i fiori, se li pesti o li strappi alla radice, dopo non nascono più allo stesso modo. Può nascere, al suo posto, un’ortica, di quelle brutte che pizzicano e non danno spazio agli altri fiori di sbocciare.
Castelli di Rabbia è un libro di Alessandro Baricco. Stavolta non ho proposta una poesia nella sua solita forma, ma in prosa. Perché il bello è proprio qui sapete? Non è detto che la poesia stia per forza in rime baciate o versi di massime sei parole. Né si trova necessariamente in parole scritte, magari è nell’aria o in uno sguardo, un fiore appassito, un sorriso. La poesia è ovunque, anche quando non lo sai, sei in macchina e fuori piove, il vetro è appannato e sei fermo nel traffico. Tu non lo sai ma accendi la radio ed eccola lì, una poesia che scivola sulle note di una canzone. Un testo dettato dal cuore, e anche se non lo sai, stai ascoltando il cuore di una persona che ha messo su carta quello che sentiva, e se allora ti ritrovi a sorridere, anche se fuori piove, il vetro è appannato e sei fermo nel traffico … allora hai colto il messaggio. Così, ci parla di sogni Baricco. Delle persone che li inseguono fino allo strenuo limite, sacrificando ogni cosa, con la coscienza però che c’è un prezzo. C’è sempre un prezzo per i sogni. E allora, quanto si è disposti a sacrificare?
Solo questo è importante.
Importante è la coscienza che dopo, una volta raggiunto il limite, c’è da pagare e a testa alta, con lo sguardo fiero e il cuore pulsante, saldare il debito.