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Chiedi alla polvere

Chiedi alla polvere è un romanzo costruito su tre storie.

Prima: un ventenne sogna di diventare uno scrittore e in effetti lo diventa.

Seconda: un ventenne cattolico cerca di vivere nonostante il fatto di essere cattolico.

Terza: un ventenne italoamericano si innamora di una ragazza ispano-americana e cerca di sposarla.

Il tutto a bagno della California.

Immaginate di fondere le tre storie facendo convergere i tre ventenni(lo scrittore, il cattolico, l’italoamericano innamorato) in un unico ventenne e otterrete Chiedi alla polvere .

Ammesso, naturalmente, che abbiate un talento bestiale”.

Queste le parole di Alessandro Baricco nella sua recensione al capolavoro di John Fante, Chiedi alla polvere, pubblicato nel 1939.

Lo scrittore John Fante nasce a Denver nell’aprile del 1909 e trascorre gran parte della sua infanzia nel Colorado; si traferisce poi a Los Angeles, città che lo ispira profondamente e dove ambienta i libri della saga di Arturo Bandini, il più celebre degli alter-ego di Fante stesso;

Negli anni Trenta , contemporaneamente alla scrittura dei suoi libri, intraprende anche il mestiere di sceneggiatore per Hollywood, riuscendo così a vivere in condizioni agiate fino alla vecchiaia.

Chiedi alla polvere è senza dubbio il suo romanzo più famoso, dove tratta, mescolando due stili, una lingua standard, una prosa leggera pulita e veloce, a una più “cantata”, libera, poetica e meno disciplinata, la storia d’amore del giovane Arturo Bandini e della cameriera messicana Camilla Lopez.

Ha tanta voglia di raccontarsi Fante e il suo libro sembra essere una confessione delle sue esperienze, delle sue idee, dei suoi ricordi dove le parole si intrecciano e si slegano di continuo inondate dal suo passato che ritorna, dall’odore di casa che lo fa indugiare su alcuni momenti e a premere l’accelleratore su altri.

La storia d’amore tra i due giovani , sullo scenario della Grande Depressione ormai alle spalle e l’avanzata del conflitto mondiale, è travagliata, ispida, aggressiva con pochi ma intensissimi momenti di dolcezza.

Etichettato da Bukowski come il narratore più maledetto d’America, John Fante ci offre, con questa sua opera, di prendere parte ad un viaggio interiore, quello di un giovane ventenne tra pensieri e sentimenti, ingenuità e contraddizioni dotato della propensione ad una nobile elevatezza spirituale .

Come succede comunemente per i bestseller, anche Chiedi alla polvere ha avuto una trasposizione cinematografica nel 2006 ad opera del regista Robert Towne, che però non è riuscito a dare quell’importanza alla città di Los Angeles che invece mostrava nelle sue pagine Fante, facendone di questa la terza protagonista del libro insieme ai due amanti.

Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso; quelli che riescono ad estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione , sei in grado di ripeterli