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S’ode ancora il mare

S’Ode Ancora il Mare

 

Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

Salvatore Quasimodo

Personalmente amo il mare in qualunque stagione.

Che sia d’estate, quando placido si lascia esplorare e guarisce le ferite , aiuta a lavare via dalle preoccupazioni e dai pensieri inutili, quando è carico dei desideri e delle promesse che regala il sole estivo, o D’Inverno quando sfoga la sua rabbia cieca e s’ingrigisce, quando diventa deserto e non t’accoglie più nel suo grembo di specchio, quando ruggisce e par che nessuno lo ascolti, colmo dei pensieri dei romantici, dei poeti, dei musicisti e di chiunque veda la poesia nella sua rabbia invernale .

M’è sempre piaciuto Quasimodo, così malinconico, così romantico, toglie il fiato.

Eco d’una voce chiusa nella mente che risale dal tempo

Evoca immagini di un passato felice, ora rimpianto,  ora negato ma tuttavia vivo, tangibile , tanto vicino da sentirne ancora i rumori, l’eco delle parole, delle risate e di una felicità ora evanescente .

M’eri vicina tu …

Il mare e una donna, l’amore e i ricordi, il rumore del mare e l’eco doloroso di un amore andato, ma che fa rumore , tanto da essere  assordante nella testa così come il mare nelle deserte spiagge d’Aprile.