Forse che sì forse che no
La gota tua poggiata alla mia Dei capelli tuoi che si incastrano nel tappo della penna filo che lega...
Un giorno, andandolo a trovare, un amico lo avrebbe trovato riverso sullo scrittoio in un atteggiamento di profonda disperazione. «James, cos’è che non va?» avrebbe chiesto
l’amico. «È il lavoro?». Joyce avrebbe assentito senza nemmeno sollevare la testa e guardare l’amico. Era naturalmente il lavoro; non lo era sempre? «Quante parole hai scritto oggi?» avrebbe domandato l’amico. E Joyce (sempre in preda alla disperazione, sempre con la faccia posata sulla scrivania): «Sette». «Sette? Ma, James, è ottimo per te!» «Sì» avrebbe risposto Joyce alzando finalmente la testa «Suppongo di sì, ma non so in che ordine vanno!»
La gota tua poggiata alla mia Dei capelli tuoi che si incastrano nel tappo della penna filo che lega...
Si avvicinò, un passo dopo l'altro, con le mani nelle tasche della giacca, auricolari nelle orecchie, le solite idee per...
Fissò per l'ennesima volta il foglio bianco, mordendosi il labbro, con una mano tra i capelli ancora irti di sonno....
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