La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto. Se ascolto, sento i tuoi passi esistere come io esisto. La terra è fatta di cielo. Non ha nido la menzogna. Mai nessuno s’è smarrito. Tutto è verità e passaggio. |
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Fernando Pessoa |
La morte non è che l’altra faccia della medaglia. Non è che l’ombra della vita stessa.
Non si può, infatti, scindere la vita dalla morte; non si può considerare la luce senza intravedere all’orizzonte il buio; non si può, come scrive Pessoa, trascurare il fatto che la morte sia la curva della strada.
Certo, un velo di cupezza contrassegna questi versi. D’altra parte, però, la malinconia è la cifra di Pessoa che solitamente getta un’ombra anche quando tratta argomenti più felici, più ameni.
Lui, che ha fatto della relatività la costante della sua esistenza artistica, sceglie di parlare di autenticità attraverso il tema della morte; e lo fa con la delicatezza e l’incisività proprie del suo stile. Se, allora, verità e menzogna si mescolano nella penna di un poeta dai mille volti e dalle infinite sfaccettature, in questo caso è in toni sinceri che si parla.
Ne deriva un messaggio universalmente valido. La morte è il punto fisso del nostro passaggio, la tappa obbligata che non si elude, nonostante le maschere, a prescindere dagli incroci e dalle scelte. La strada dritta della vita ha come conclusione necessaria la morte. Questa è l’unica certezza del nostro cammino: nessuno mai s’è smarrito.