Barbara Buoso, autrice del romanzo L’ordine innaturale degli elementi (Baldini e Castoldi, 2014), fa parte del drappello di docenti della scuola di scrittura creativa “Virginia Woolf”; l’autrice inglese è dichiaratamente il suo modello letterario.
Ciao, Barbara, grazie per aver accettato di parlare della scuola di scrittura creativa Virginia Woolf. Prima di parlare di questo, però, ti lascio libera di presentarti ai lettori di LetteraTu dicendo di te quello che ritieni essenziale.
Ho 44 anni, sono nata e cresciuta in provincia di Rovigo, in una famiglia di contadini. Nella mia vita ho fatto diversi lavori, dalla venditrice all’operaia, ma sono ormai 14 anni che lavoro in una società che si occupa di servizi alle pubbliche amministrazioni. Ho sempre avuto la passione per la scrittura, passione che si è concretizzata con la pubblicazione del mio primo libro, nel 2003, Aspettami (edizioni Croce), e, recentemente, nel 2014, L’ordine innaturale degli elementi (Baldini & Castoldi).
Un’altra domanda preliminare: qual è secondo te il ruolo delle scuole di scrittura creativa in Italia? In che modo aiutano eventuali talenti a emergere?
Per rispondere a questa domanda parto dalla mia esperienza personale: io stessa ho frequentato dei corsi di scrittura creativa, corsi che mi hanno aiutato a migliorare il mio modo di scrivere, a perfezionare il mio stile e, infine, ad entrare in contatto con persone che erano interessate alla storia che volevo raccontare. Il ruolo primario, quindi, di una scuola di scrittura è fornire tutti gli strumenti e le competenze che fanno sì che una semplice idea, una storia che abbiamo in mente, diventi un “romanzo”: la costruzione dei personaggi, i tempi e i luoghi della storia, come si sviluppa un intreccio, sono tutti aspetti tecnici fondamentali che chi vuol scrivere un libro deve conoscere e che una scuola di scrittura insegna. In secondo luogo, ciò che si può imparare in queste scuole è come rendere il proprio progetto editoriale interessante per le case editrici, ed entrare in contatto con le stesse.
Adesso parliamo della scuola “Virginia Woolf”: la genesi, la storia, la compagine di docenti, il funzionamento, lo spirito che la anima.
L’idea di aprire una scuola di scrittura è nata discutendo di libri e di scrittura a Lìbrati, la libreria delle donne di Padova. Insieme con le titolari, Laura Capuzzo e Ilaria Durigon, abbiamo pensato che sarebbe stato importante aprire uno spazio, una scuola appunto, in cui non solo insegnare tutti i segreti della buona scrittura, e quindi un’opportunità concreta di crescita e di miglioramento delle proprie capacità e competenze, ma anche la possibilità di entrare in contatto con il mondo editoriale, capirne i meccanismi, conoscerne le dinamiche.
Abbiamo poi voluto che nella scuola venisse dato risalto alla letteratura delle donne: non solo l’abbiamo intitolata “Virginia Woolf” rendendo omaggio a una delle più grandi scrittrici mai esistite, ma durante il corso verrà dato particolare risalto alla scrittura delle donne, attingeremo dai loro libri per insegnare come si scrive, le scrittrici saranno i modelli da cui ci faremo ispirare.
Sempre partendo da questa idea, abbiamo scelto le docenti della nostra scuola (Laura Liberale, Annalisa Bruni e Giulia Belloni) che dovevano non solo essere delle professioniste di altissimo livello ma che avessero anche conoscenze approfondite sul sapere e la scrittura delle donne. Informazioni sulla scuola si trovano sul sito www.scuolavirginiawoolf.com.
Sono sempre curiosa delle letture preferite delle persone che intervisto. L’ultimo libro che hai letto? L’ultimo che ti ha appassionato?
L’ultimo libro che ho letto, che è anche l’ultimo che mi ha appassionato, è Il genio dell’abbandono di Wanda Marasco (Neri Pozza, 2015), un capolavoro.
Due parole sul tuo romanzo, L’ordine innaturale degli elementi (Baldini e Castoldi, 2014). Storia di uomini e donne, di contadini, di un’infanzia dura, di una ribellione. Come si arriva a questa storia, partendo da dove, da quali moti del cuore e da quali studi?
Ogni romanzo ha una parte autobiografica e anche “L’ordine” non smentisce questa affermazione generale e attinge, in parte, all’esperienza personale. E’ ambientato nella terra in cui sono nata, da lì vengono le immagini, le suggestioni, i colori. Il rapporto con le proprie radici e, insieme, la possibilità di affrancarsi da un destinato segnato sono due temi fondamentali nella mia scrittura.
Grazie, Barbara, per il tuo tempo e le tue risposte.