«Imparai che la naturalezza che si doveva esibire recitando non era affatto l’assenza di finzione, ma la sua estrema valorizzazione, che quando si era su un palcoscenico non si poteva giocare al ribasso, risparmiandosi per imbarazzo o per incapacità. Come nella vita ci si doveva mettere in gioco, alla grande, mettendo nel conto la possibilità dell’insuccesso, del fallimento, con la mente comunque pronta a ricominciare.»
Maribella Piana, I ragazzi della piazza (Bompiani)