Era diventato un rito che si ripeteva ogni anno. Il destinatario del fiore ne compiva stavolta ottantadue. Quando il fiore arrivò, aprì il pacchetto e lo liberò della carta da regalo in cui era avvolto. Quindi sollevò il ricevitore e compose il numero di un ex commissario di pubblica sicurezza che dopo il pensionamento era andato a stabilirsi sulle rive del lago Siljan. I due uomini non erano solo coetanei, ma erano anche nati nello stesso giorno — fatto che in quel contesto poteva essere considerato come una sorta d’ironia. Il commissario, che sapeva che la telefonata sarebbe arrivata dopo la distribuzione della posta delle undici, nell’attesa stava bevendo un caffè. Quest’anno il telefono squillò già alle dieci e trenta. Lui alzò la cornetta e disse ciao senza nemmeno presentarsi.
Ecco, chiamare Millenium “trilogia” è un errore per un’unica ragione: l’autore, Stieg Larsson, aveva progettato di scrivere una serie di romanzi polizieschi molto più lunga e tuttavia la sua morte prematura, avvolta dal mistero, ne ha totalmente interrotto la stesura.
La trilogia Millennium (Marsilio 2007-2008-2009) è stata, in effetti, pubblicata postuma.
- Uomini che odiano le donne. Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa. Da allora, ogni anno l’invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia la pena di un enigma irrisolto. Henrik Vanger, ormai anziano, decide di tentare per l’ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L’incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist, giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Con l’aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono terrificanti.
- La ragazza che giocava con il fuoco. Mikael Blomkvist è tornato vittorioso alla guida di Millennium, pronto a lanciare un numero speciale su un vasto traffico di prostituzione dai paesi dell’Est. L’inchiesta si preannuncia esplosiva. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia all’uomo: l’attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth Salander. Blomkvist, noncurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un’indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth, un personaggio femminile originale, appassionante e memorabile.
- La regina dei castelli di carta. Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d’ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su “Millennium” un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l’intero paese. Non ci saranno compromessi.
Un romanzo complesso ma una scrittura eccellente, fluida. Ogni azione è conseguenzialmente legata all’altra, in un intreccio di azione e reazione, un susseguirsi raziocinante, realistico. Nulla è lasciato al caso, tutto è valutato diligentemente e curato.
Era legata con cinghie di cuoio a una stretta branda con il telaio in acciaio. Le cinghie tese sopra il torace premevano. Era stesa sulla schiena. Le mani bloccate all’altezza dei fianchi. Ormai aveva rinunciato da tempo a qualsiasi tentativo di liberarsi. Era sveglia ma teneva gli occhi chiusi. Se li avesse aperti si sarebbe ritrovata al buio, l’unica fonte di luce era una debole striscia che filtrava da sopra la porta. Si sentiva in bocca un sapore cattivo e non vedeva l’ora di potersi lavare i denti.