D’estate i lettori cronici leggono di più. Non mi sottraggo alla regola, la stagione calda non porta per me sonni più lunghi, anzi, più ore di luce corrispondono a più ore di veglia. Si aggiunga la libertà dal lavoro e dagli orari e le letture si moltiplicano allegramente. Però non ho avuto voglia di stare a lungo davanti al pc, potendo contare per altro su connessioni incerte e lente; ed ecco che gli appunti di lettura che pubblico mensilmente in questo blog sono molto in ritardo, rispetto al primo venerdì del mese. Di settimana in settimana, ecco che settembre mi ha colto di sorpresa e in pratica gli appunti sono slittati di un mese. E adesso come faccio a raccogliere in un testo breve le mie impressioni di lettrice (di tanti libri)? Proverò a essere sintetica, ma davvero molto sintetica. E farò delle scelte, concentrandomi su alcuni titoli.
Inizio dall’irlandese John Banville, autore che amo molto e che ammiro perché nei suoi romanzi l’equilibrio fra ricchezza della trama e ricchezza del linguaggio è mirabile, mentre di solito (non sempre, diciamo spesso) gli abili costruttori di trame non brillano particolarmente per lo stile e, viceversa, negli autori i cui punti di forza sono le immagini e le atmosfere – quindi il modo di raccontare più che l’oggetto della narrazione – l’intreccio è spesso evanescente. I romanzi di Banville sono complessi e articolati e il linguaggio è tutt’altro che scarno, eppure quando si ultima la lettura rimane un gradevole retrogusto di sobrietà.
Di Banville ho fatto conoscenza leggendo, un bel po’ di anni fa, L’intoccabile (Guanda, 2000). Ho letto poi altri suoi romanzi, apprezzandoli tutti. Tra luglio e agosto mi hanno fatto compagnia Un giorno d’estate (Guanda, 2012) e Una educazione amorosa (Guanda, 2013). Il primo racconta un’indagine dell’anatomopatologo Quirke, protagonista di altri romanzi di Banville, con la solita straordinaria (gli aggettivi potrebbero sprecarsi: magistrale, superlativa etc.) capacità di far entrare il lettore nella psiche dei personaggi e di fargli guardare la realtà attraverso i loro occhi. Stavolta Quirke è alle prese con un efferato delitto mascherato da suicidio. L’indagine s’impiglia nella duplice difficoltà rappresentata da alcune tessere del puzzle che non si incastrano e dal richiamo di sirena di una donna affascinante e pericolosa. Sullo sfondo, un mondo di affari torbidi che, via via, rivela lati sempre più oscuri.
Una educazione amorosa narra la passione tra un adolescente, Alexander Cleave, e una donna matura, Mrs. Gray. Il tema degli amori dispari (per età e non solo) è sfruttatissimo in letteratura, ma Banville lo tratta in modo mai banale. Alla rivisitazione del passato da parte di Alexander, ormai anziano attore teatrale in pensione – la cui vita, come quella della moglie Lydia, è stata irreparabilmente segnata dal suicidio della figlia Cass, affetta da una rara malattia mentale – si alternano fotogrammi di un presente disastrato. Ma una novità irrompe nell’opaca quotidianità di Alexander, che ha smesso di recitare dopo essere stato colto in scena da un’amnesia: un regista cinematografico gli offre una possibilità di riscatto proponendogli un ruolo da protagnista in un film. I meccanismi della memoria, dei suoi pieni e dei suoi vuoti, sono indagati con eleganza da Banville attraverso una sorta di ininterrotto flusso di coscienza in cui la mente di Alexander passa in rassegna i ricordi dell’estate lontana in cui si innamorò di Mrs. Gray e della perdita della figlia. Tutte le altre esperienze di una lunga e ricca vita sembrano non avere peso. Gli interrogativi intorno ai quali i pensieri di Alexander ruotano senza sosta non sempre trovano risposta e il senso dell’esistenza, a volte, appare più che mai indecifrabile.
E poi molti libri scritti da donne che raccontano storie di donne, quest’estate. Per esempio Il giardino persiano di Chiara Mezzalama (Edizioni E/O, 2015), Non più briciole di Alessandra Arachi (Longanesi, 2015) e Alla nostra età, con la nostra bellezza di Daria Colombo (Rizzoli, 2015).
Il giardino persiano è un romanzo autobiografico, ambientato nell’Iran del 1981. L.a famiglia dell’ambasciatore italiano a Teheran vive il drammatico periodo della rivoluzione khomeinista e ciascuno dei suoi membri reagisce a suo modo al clima di violenza che si respira nel Paese. Chiara, più ribelle e curiosa del fratello Paolo, si pone molte domande, come è tipico dell’età di passaggio dall’infanzia all’adolescenza, ancor più quando si attraversano situazioni eccezionali, sia pure vivendo al riparo di un giardino isolato dal mondo in subbuglio, amorevolmente curato dalla madre di Chiara in un tentativo di resistenza alla barbarie.
Non più briciole è la storia di una famiglia come tante, in cui un giorno, all’improvviso, esplode il problema dell’anoressia di Loredana. Medici, psichiatri e specialisti di ogni genere puntano subito il dito su Marta, la madre di Loredana, che però si ribella al cliché secondo il quale ogni disturbo infantile e adolescenziale, soprattutto se si tratta di un disturbo alimentare, dipende da errori, e più in generale da modi di essere, della madre, la creatura onnipotente, fata e strega, cui riportare ogni bene e ogni male.
Infine, il romanzo di Daria Colombo su un’amicizia tra donne di età diverse, Alberta e Lisa, alle prese ciascuna con i problemi affettivi e familiari e accomunate dalla passione per la politica. Negli anni il loro legame si fa sempre più solido e le due donne, in ogni stagione della vita, si muovono a loro agio, con la ricchezza interiore e la forza che nelle persone belle l’età accresce.
Buone letture a tutti!
Rosalia Messina