Emerenc, anziana domestica instancabile, non vuole niente e non ha bisogno di nessuno. La sua datrice di lavoro è una scrittrice che cerca di descrivere il loro rapporto, non solo lavorativo, che si snoda lungo vent’anni.
Due luoghi e due protagoniste immobili: nessuna cambierà il proprio temperamento per il bene dell’altra, e la cornice resta un piccolo quartiere di Pest. La domestica è disponibile con chiunque, ma non si lascia interpretare da nessuno; e soprattutto, non permette ad anima viva (ad eccezione del cane Viola) di varcare la soglia del suo appartamento. La scrittrice, amica e padrona, si ritrova a gestire le fissazione di una donna anziana e cocciuta, senza mai riuscire a capirla nel profondo.
Contrariamente a Via Katalin, popolato perlopiù da personaggi infelici e amareggiati, La porta di Magda Szabò è incalzante e velato d’inquietudine, ma i suoi abitanti non sono affatto tristi. L’ego della scrittrice lascia spazio alla descrizione di una vecchia eccentrica, ma talmente solida e genuina da essere amata da tutti. Il suo fascino è quello di chi non si concede mai completamente a nessuno. La sua mente, come un libro chiuso, è la maggior ambizione di un lettore accanito in cerca di storie.
È un tipo con una filosofia tutta sua: trascura l’importanza della sua intelligenza e diffida di chi non usa le proprie mani per guadagnarsi da vivere. Ha disimparato ad amare di quell’amore intenso e trascinante che gli esseri umani sono soliti provare l’uno per l’altro. L’episodio della giovenca, una bella mucca color del pane che aveva allevato fin dalla nascita, spiega questo suo atteggiamento: mai amare qualcuno, meglio non amare proprio nessuno, così che non si lanci da un treno in corsa per tornare da te.
Non combatteva tanto perché il mio lavoro ottenesse riconoscimenti, in fondo lo considerò sempre di scarso pregio, ma nella sua ideologia al riguardo riteneva che nessuno dovesse disprezzarlo: scrivere era un po’ come giocare, un’occupazione che i bambini prendono straordinariamente sul serio, e sebbene nulla di essenziale dipenda da ciò che svolgono con tanto impegno, poiché è soltanto un gioco, è molto faticoso.
La sua vita è una storia d’oggetti, materiali arrivati da un passato misterioso che come statue occupano il cuore della vecchia domestica. Cosa nasconde dietro la porta? Questo si chiedono tutti, ma solo Magda, autrice e narratrice in prima persona di questo romanzo, riuscirà a scoprirlo.
– Lei ha un carattere terribile, – disse Emerenc, – è come le rane, che si gonfiano, si gonfiano e tutt’a un tratto scoppiano. Non capisce niente, è capace soltanto a far ballare gli alberi con il suo compare dell’elicottero, usando l’inganno. Lei non capirà mai le cose semplici, vuole sempre entrare da dietro anche se la porta è sul davanti.
Questo libro tiene svegli fino alle prime ore del mattino e dalla sua metà in poi pretende di essere concluso senza concedersi interruzioni, l’autrice tiene alta la suspence di una storia che in realtà racconta pochi fatti essenziali. Alcune carte si scoprono, i personaggi si abbandonano alla forza degli eventi, tutti a parte Emerenc, che conserva la sua integrità a qualsiasi costo. Durezza a parte, entra nel cuore di tutti a piccoli passi ben ponderati, e se ne va lasciando uno strascico amaro.