Il boom economico dalla povertà al benessere
Risulta spiazzante tracciare il profilo di un Paese vasto e dal passato millenario come la Cina. Qualunque pubblicazione a riguardo risulta di ardua digestione se non se ne comprendono prima le basi. L’economia della Repubblica Popolare cinese da Mao Tze-Tung a Deng Xiao-Ping (1949-1992) di Elena Rosa Canzi prende inizio dagli studi storici dell’autrice e dalla relativa tesi di laurea che ne è seguita, proponendosi di delineare le fattezze del colosso orientale e preoccupandosi di sottolinearne gli aspetti sia politici e soprattutto economici. La prima parte vede un frettoloso ricapitolamento della storia cinese dagli albori a oggi, suddivisa in ulteriori brevi capitoli. I rimanenti si focalizzano sul periodo di egemonia di Mao Tze-Tung e il successo del modello comunista e sui rivolgimenti politici ed economici sotto Deng Xiao-Ping.
Quando il presidente Nixon visitò Shanghai nel 1972 per un incontro con Zhou Enlai, la città si trovava nel pieno di uno dei suoi minimi storici, grigia, povera e opprimente. Le luci della Perla d’Oriente che avevano illuminato la città per decenni di guerra civile, invasione giapponese e capitalismo selvaggio erano spente, e di notte le strade erano buie, illuminate qua e là solo da una candela tremula o da una torcia. Oggi Shanghai è una città vibrante che pulsa di vita e commercio di qualsiasi genere.
L’autrice affronta la questione allargando il raggio d’azione delle sue analisi, supportando e alleggerendo il testo con schemi e grafici. A partire dallo studio, non privo di ostacoli, dei flussi migratori che hanno modellato nei secoli lo stato cinese, si delinea la sagoma di un Paese ricco di contrasti che oggi si ritrova ad essere meta principale di investimenti e Stato autoritario e modernizzatore allo stesso tempo.
La storia della Cina viene letta esaminando le figure di spicco che l’hanno attraversata: a partire dalla biografia di Mao Tze-Tung e alla formazione del suo pensiero, l’abilità con cui raggiunse le coscienze del popolo cinese piegandole ai valori del Partito e dello Stato; il migliore ufficiale di Mao, Lin Piao, con cui intrecciò un rapporto contraddittorio e ambiguo che transitava dal sospetto all’ammirazione; Zhou Enlai, uno dei leader di partito più informato sulle politiche adottate dai governi stranieri che mantenne un ferreo controllo sul territorio con gli strumenti della diplomazia e ottenendo soluzioni pacifiche. Infine si arriva all’era di Deng Xiao-Ping e alle riforme degli anni ’80, periodo in cui la crescita economico del Paese viene percepita come priorità assoluta, ma dove non si rinunciò allo sviluppo scientifico e tecnologico e al rinnovamento della classe politica. Non manca una profonda immersione nelle dinamiche della Rivoluzione Culturale cinese, che vede le ribellioni studentesche durante il biennio ’66-’67 e il progredire delle fasce di popolazione contrarie al grande leader. D’altra parte è messo in luce anche come nello stesso periodo il maoismo raccolse entusiasmi in tutto il mondo e il celebre libro rosso di Mao fu tradotto in numerosissime lingue.
Come fronteggiare il cambiamento demografico in atto? E come gestire la sempre crescente economia? Ogni previsione è bandita, ma il libro si chiude con parecchi interrogativi. Chiaro è che il mondo moderno sta assistendo ad un capovolgimento di equilibri. L’elaborato, seppur sintetico, è fedele agli schematismi e alla rigidità delle tesi di laurea, perciò vale la pena affrontarlo con interesse specifico.