Dalla penna dell’uomo che ha venduto più di 800.000 copie in Inghilterra, un nuovo, inquetante, caso da risolvere per l’ispettore McLean.
È un caso interessante quello di James Oswald, scrittore Irlandese di crime fiction. Nessuno direbbe mai infatti, che dietro l’aria mite e apparentemente comune (occhiali sottili e una lieve barba incolta) del quarantacinquenne allevatore, si nasconde uno dei più promettenti e originali scrittori di thriller. Attenzione a non giudicare un libro dalla sua copertina, allora, perché nell’era della tecnologia e dell’auto-pubblicazione, Mr. Oswald ha giocato le sue carte come un gran maestro, dimostrando di possedere identità sorprendenti. Per almeno vent’anni infatti, ha coltivato, aiutato dalla pacifica calma della sua fattoria, l’hobby della scrittura, fino al giorno in cui ha deciso di auto-pubblicare sulla piattaforma Amazon il thriller che lo ha portato al successo, Nel nome del Male. Il suo e-book ha subito catturato più di 350.000 lettori, e la casa editrice Penguin, accortasi del suo talento, ne ha immediatamente acquistato i diritti. Uno strano incontro tra tecnologia e vita sedentaria, a dimostrazione del fatto che la rete è una vetrina di incredibile risonanza, specie quando aiutata da un grande talento.
Perché Mr. Oswald ci sa fare, per dirla con termini diretti, e la dimostrazione che non si è trattato di un fuoco di paglia è arrivata con il suo ultimo lavoro, Il Libro del Male (edito Giunti, 2015), nelle librerie dal 25 Febbraio. Alle prese con un inquietante caso di dieci donne scomparse e ritrovate nude e sgozzate, nella seconda opera dell’esordiente scozzese, ritroviamo l’ispettore Tony McLean, personaggio dai tratti decisi, capace di affascinare il lettore e guidarlo fino alla fine della storia. La cattura del Killer sembra portare ad una conclusione della storia, che inaspettatamente si riapre con un evento raccapricciante. Un thriller macabro, dalle sfumature noir, che oscilla tra suspense e indagine della natura umana, in cui Oswald miscela con grande equilibrio ingredienti diversi conditi di riti magici e atmosfere cupe. La scrittura è veloce, scorrevole, tipica del linguaggio giallo. I momenti di tensione sono accentuati da dialoghi brevi e diretti, attraverso i quali Oswald riesce a costruire sapientemente i tratti caratteristici dei suoi personaggi, tanto che il lettore può facilmente immergersi nella mente dei protagonisti. Una storia avvincente, in cui il matrimonio tra macabro e sentimento risulta la scelta vincente.
Non svelerò eventi salienti o dettagli, ma non stupisce che il Sunday Telegraph abbia definito Oswald “la rivelazione della crime fiction”. In un mercato sovraccarico di scritture mediocri è evidente, infatti, quanto possa brillare una perla rara. Calibrare gli elementi di una crime story non è infatti gioco da tutti, ci vogliono personaggi credibili e ottima scrittura, e Oswald ha dimostrato di saper maneggiare entrambi. Una lettura avvincente, accattivante e imperdibile. Leggete James Oswald, e tenete impresso questo nome, perché promette di ritornare ancora…con nuovi scheletri da scoprire!