Se penso a ciò che è successo, mi vengono in mente le ansie di Angelica quando si risveglia in un lussuoso appartamento orientale, nel castello di poppa della nave pirata. La sensazione di essere osservata da uno sguardo invisibile richiamò la donna alla realtà.
Vincenzo Cerami è uno dei maestri degli ultimi cinquant’anni della letteratura italiana, allievo di Pier Paolo Pasolini e sceneggiatore di Scola e di Benigni, con il romanzo “Vite Bugiarde”, edito da Mondadori nel 2007, scrive una storia che mira alla scoperta di sé, attraverso un amore che, con il suo carico di disperazione, emerge dalla menzogna e dalla violenza, dalla malattia del non vivere e dal dolore.
Dopo cinque anni di coma, a seguito di un suicidio, Angelica, protagonista indiscussa del romanzo, riacquista la propria coscienza e cerca di riappropriarsi della propria esistenza. Sua madre, ex “dirigente operosa” di un ufficio postale, amorevole e protettiva cerca in ogni modo di proteggerla e di nascondere la ragione che ha portato al suo male e l’aiuta pian piano a ricostruire una vita fatta di routine e normalità con un piccolo lavoro negli uffici amministrativi di un supermercato. Tuttavia, a poco a poco, emerge la consapevolezza che qualcosa manca alla creazione della memoria: cosa le è successo? Perché sua madre non glielo vuole dire? Soprattutto, che fine ha fatto il suo fidanzato, Goffredo Colin?
E proprio quando decide di lasciare il suo lavoro alla ricerca dell’uomo che ha amato nella sua vita prima del coma che incontrerà un altro uomo e un mondo di passioni oscure mai vissute forse che le sconvolgeranno la vita. Si mette così alla ricerca di quest’ultimo, ritrovandolo in un paese, Nevada, fuori dal mondo, ai piedi delle Alpi. Tuttavia, l’incontro con il suo uomo non non farà altro che generare nuove domande, dal momento che il suo fidanzato è un uomo totalmente diverso da quello che lei conosce.
Angelica è affascinata dai romanzi d’appendice e in particolar modo dal ciclo “Angelica, Marchesa degli Angeli” e a questo si deve il sottotitolo del romanzo di Cerami, Un romanzo di appendice, in cui si fa per l’appunto riferimento alle opere pubblicate a puntate alla fine di quotidiani e settimanali, rivolte ad un vasto pubblico e basate su convenzioni umane e sociali. Storie queste che ebbero grandissimo successo in Francia a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento. Giocando sull’inconscia sovrapposizione della realtà e della finzione, Angelica, affascinata dal torbido seduttore che incontra mentre cerca il suo primo amore, in un crescendo di carnalità e di eccitazione, finisce col vivere una vita quasi sovrapposta a quella della sua eroina.
Vincenzo Cerami ha sempre posto grandissima attenzione al problema dell’identità e al ruolo della finzione nella vita umana come indiscutibile nodo del nostro tempo. Rifacendosi a Pasolini, Cerami ripropone la crisi del passaggio dall’Italia millenaria contadina all’Italia del benessere e del disvalore postcapitalistico in modi totalmente differenti ma assimilabili in egual misura alla trasformazione della società.
Una memorabile storia d’amore, una passione travolgente e il mistero della vita. La storia di una donna e il mistero della ricerca. Ancora una volta Vincenzo Cerami, abile sceneggiatore e scrittore di imponenti trame, rivela in queste pagine non solo la propria capacità di grande scrittore ma anche di profondo conoscitore dei sentimenti e dell’amore umano, che scava l’animo umano e ne svela l’intimo mistero.