«Solitario bosco ombroso,
a te viene afflitto cor,
per trovar qualche riposo
fra i silenzi di questo orror.
Ogni oggetto ch’altrui piace
Per me lieto più non è:
ho perduta la mia pace,
son io stesso in odio a me.
La mia Fille, il mio bel foco,
dite, o piante è forse qui?
Ahi! La cerco in ogni loco;
eppur so ch’ella partì.
Quante volte, o fronde grate,
la vost’ombra ne coprì!
Corso d’ore si accento beate
quanto rapido fuggì!
(…)
Ma se torna, vano e tardo
il ritorno, oh dei! sarà;
che pietoso il dolce sguardo
sul mio cener piangerà».
Paolo Rolli nacque a Roma il 13 giugno 1687; fu allievo di Giovanni Vincenzo Gravina, come Pietro Metastasio, e nell’Accademia dell’Arcadia ebbe il nome di Eulibio Brentiatico. Nel 1714, in seguito allo scontro con il Crescimbeni, Gravina si allontanò dagli ambienti arcadici e si trasferì in Inghilterra. Rolli seguì il maestro e durante il lungo soggiorno londinese (1716-1744) fu precettore dei figli di re Giorgio II; contribuì anche alla diffusione della cultura italiana e classica, traducendo e pubblicando Boccaccio, le commedie di Ariosto, Anacreonte e Lucrezio. Inoltre, l’attività di Rolli fu una vera e propria mediazione culturale poiché, traducendo il Paradiso perduto di Milton, ebbe il merito di favorire l’introduzione in Italia della letteratura inglese del Seicento.
Durante il periodo londinese si segnala anche un’altra iniziativa di rilevanza fondamentale, ossia la fondazione dell’Accademia Reale di Musica, per mezzo della quale il poeta romano contribuì a far conoscere il melodramma italiano a Londra. Come librettista si dedicò anche alla composizione di opere originali, raccogliendo poi parte della produzione melodrammatica in Componimenti poetici in vario genere (1744); i testi lirici, che includono le Rime (1717) e le Canzonette e cantate (1727), vennero riuniti nei Poetici componimenti (1753). Tra di essi si segnala la celeberrima Solitario bosco ombroso, in cui è evidente l’impiego del motivo classico e petrarchesco dell’amante che ricerca l’amata in luoghi solitari, variato per la mancanza dello sviluppo drammatico della situazione. Interessante è come la naturalezza dei passaggi da uno stato d’animo all’ altro sia regolata dal rigore della costruzione musicale, che consente un’equilibrata rappresentazione delle emozioni.
Inoltre, soprattutto nelle “cantate” e nelle “canzonette” è ravvisabile l’unione della musicalità arcadica e di un “gusto del pittorico”, tratti tipici del poeta romano. In queste composizioni si riscontra infatti un’attenzione per la concretezza della vita quotidiana, elemento presente anche nella pittura inglese dell’epoca. Postumi uscirono gli epigrammi satirici Marziale in Albion (1776).
Nel 1744 Rolli ritornò in Italia stabilendosi a Todi, città natale della madre; qui si dedicò ancora alla composizione e alla correzione di alcune sue opere, traducendo anche le tragedie religiose di Racine. Morì in questa città il 20 marzo 1765.