Nei miei libri (quelli che ho letto e non ho certo scritto) quando, sotto le parole, trovate una riga tracciata a matita, vuol dire che esse hanno avuto la mia approvazione. Ma cosa dico, quale approvazione? Vedete, il problema è trovare il termine giusto, volevo dire la mia più grande ammirazione, o venerazione. Fate voi. Comunque sia, alla sottolineatura io do un enorme valore e solo le cose degne della mia stima possono ambire ad averla.
Caro lettore, io so benissimo che, a questo punto, il pensiero più nobile che potresti avere è un chi se ne frega. E poi quando mai ti ho portato i miei libri per farteli leggere? Ti spiego, volevo solo renderti partecipe e avevo bisogno di attirare la tua attenzione- dato l’argomento- e fare il gradasso quando si scrive può servire. E’ vero? Se mi stai ancora leggendo forse sì. Ma cominciamo.
A un certo punto della Recherche, precisamente in All’ombra delle fanciulle in fiore, la mia matita stava letteralmente- come ci sta bene qui letteralmente!– solcando il foglio (solcando un po’ meno). Dunque, quel foglio intaccato era la prova che l’episodio del bacio negato da Albertine, la giovane ragazza amata dal protagonista, aveva ottenuto a dir poco il mio apprezzamento. Questa pagina, rispetto alle altre di Proust, è secondo me superiore. Sembra scritta da un altro. Intendiamoci, detta così suona come un’offesa, ma ciò che voglio dire è che qui si è superato e ha raggiunto un equilibrio e una semplicità per cui non è che sia mai stato celebre. Il suo approdo verso questa purezza di stile ha qualcosa di commovente proprio perché la semplicità non ha fatto parte della sua natura. Per arrivare ad essa ha dovuto percorrere le tortuose, faticose e scoraggianti vie dello scrivere complicato.
Il narratore sta per entrare nella camera d’albergo di Albertine dove lei gli ha dato appuntamento per un’ora in cui sarebbe stata a letto. E’ forse l’unico caso, o uno dei pochi, nel quale Proust è in preda a un sentimento netto, deciso. E ce lo vuole comunicare. Siamo abituati con lui a descrizioni di ben altri stati d’animo, un mix di emozioni diverse e spesso in contraddizione tra di loro. “Quei pochi passi dal pianerottolo alla camera di Albertine, quei pochi passi che nessuno poteva più impedire, li feci con delizia… con un senso sconosciuto di onnipotenza…”
Il dubbio, che è una delle costanti di tutta l’opera, qui miracolosamente si azzera. Vediamo Marcel, in un impeto di gioia, far cadere quasi Françoise, la sua domestica, incontrata sulla strada ed entrare nella stanza dove trova appunto Albertine a letto. Segue una delicata descrizione della fanciulla che dà occasione a Proust di lanciarsi in un affascinante paragone tra il suo sconfinato ego, accresciuto all’infinito dal desiderio e dalla passione, e la sminuita maestosità della natura, umiliata all’inverosimile.
Leggete queste frasi perché ne vale davvero la pena: “ La vista del collo nudo di Albertine, di quelle guance troppo rosee, mi aveva gettato in una tale ebbrezza (cioè aveva situato per me la realtà del mondo non più nella natura, ma nel torrente di sensazioni che contenevo a stento) da rompere l’equilibrio fra la vita immensa, indistruttibile che scorreva nel mio essere e la vita dell’universo, così misera al confronto.
E ancora: “Tutto quel che la natura avrebbe potuto offrirmi di vita mi sarebbe apparso ben misero, gli aliti del mare mi sarebbero apparsi ben brevi per l’immensa aspirazione che mi gonfiava il petto. Mi chinai su Albertine per baciarla. Se in quel momento la morte mi avesse colpito, la cosa mi sarebbe apparsa indifferente o meglio impossibile, perché la vita non era fuori di me, ma in me”
E ancora: “…come avrebbe potuto il mondo durare più di me, dato che non ero io perduto in lui, ma era lui racchiuso in me, in me che era ben lontano dal colmare…”
Ma è il campanello di Albertine, irritata vedendo che Marcel sta avventandosi su di lei per baciarla, a suonare con tutte le sue forze per chiamare il personale e spezzare così i suoi sogni.
Chissà quali vette avrebbe raggiunto la letteratura con Proust se Albertine fosse stata più disponibile e quel campanello non l’avesse suonato!