Kierkegaard diceva di Hegel: ricorda qualcuno
che erige un enorme castello, ma vive
in una semplice capanna, lì nei pressi.
Così l’intelligenza abita in una modesta
stanza del cranio, e quegli stati meravigliosi
che ci furono promessi sono ricoperti
di ragnatele, per ora dobbiamo accontentarci
di un’angusta cella, del canto del carcerato,
del buonumore del doganiere, del pugno del poliziotto.
Abitiamo nella nostalgia: Nei sogni si aprono
serrature e chiavistelli. Chi non ha trovato rifugio
in ciò che è vasto, cerca il piccolo. Dio è il seme
di papavero più piccolo al mondo.
Scoppia di grandezza.
Adam Zagajewski
Adam Zagajewski , classe 1945, è uno scrittore e un poeta polacco, professore di letteratura presso la University of Chicago. Nella raccolta “Dalla vita degli oggetti”, di cui il componimento riportato fa parte, il nostro autore sceglie di rappresentare il groviglio complicato che contraddistingue la nostra condizione, cogliendone in maniera originale tutte le contraddizioni.
In questi versi, il poeta si inserisce magistralmente nella controversia tra Kierkegaard ed Hegel.
Esistenzialismo vs idealismo, soggettività vs oggettività, particolare vs assoluto. Una delle polemiche filosofiche più famose della storia si carica, nella vena del poeta polacco, di un significato ulteriore.
Probabilmente, per carpire l’essenza delle cose c’è bisogno di passare attraverso l’esperienza quotidiana, per raggiungere l’universale è necessario calarsi nel particolare.
Dovremmo fare della semplicità il fulcro della nostra esistenza, perché è la piccolezza la cifra della nostra umanità. La grandezza è una mera illusione se non si fonda sulla elementarità.
Gran parte del componimento è incentrata su questa idea: sebbene aneliamo ai fasti di un’elevata e gloriosa condizione, dobbiamo cercare di accontentarci e di trovare nei minuti aspetti della nostra esistenza il seme della vastità.
Gli ultimi versi sono scanditi da una frase dal tono sentenzioso. Abitiamo nella nostalgia. Spesso, infatti, è solo nei sogni che recuperiamo una dimensione altra rispetto a quello che siamo in grado di essere concretamente.
La chiusa della poesia è la sintesi perfetta di tutto il discorso brevemente affrontato. Cercare il piccolo è la chiave di volta delle nostre vite tormentate e problematiche. Dio, nella sua infinita grandezza, potrebbe essere nel più misero seme di papavero del mondo.
Zagajawski, per bocca di Kierkegaard, si fa portavoce di un messaggio controcorrente. Grazie all’illuminazione interiore tradotta in versi, egli riesce a coniugare l’anima del mondo e le cose materiali,è capace di riconoscere nel particolare l’orizzonte dell’universale e di quell’Assoluto di cui Hegel si è fatto strenuo propugnatore.