Tu mai potrai capire quanto ti amo
perché in me dormi e resti addormentato.
Io ti nascondo in lacrime, braccato
da una voce di penetrante acciaio.
.
Norma che muove insieme carne e stella
trapassa già il mio petto addolorato
e le fosche parole hanno addentato
le ali della tua anima severa.
.
Gruppo di gente salta nei giardini
e attende il tuo corpo, la mia agonia
su cavalli di luce e verdi crini.
.
Ma continua a dormire, vita mia.
Senti il mio sangue rotto nei violini!
Attento, ché c’è ancora chi ci spia!
Federico Garcia Lorca
Un amore nascosto e temuto.
Ecco l’oggetto di uno dei più significativi sonetti scritti da Federico Garcia Lorca. Il poeta spagnolo, che ha fatto storia nella poesia del novecento, ha segnato una tappa importante nella lirica d’amore, tratteggiando i dissidi della passione negata,lontana, proibita.
Si tende spesso ad analizzare i sonetti lorchiani circoscrivendo il tutto entro i margini della sua omosessualità. Pur partendo dal dato innegabile che l’orientamento sessuale del nostro autore ha inciso profondamente sulla sua produzione poetica, fermarci a questo è limitante e fuorviante.
Infatti, ad un’analisi attenta e precisa, l’amore che anima i versi dei “Sonetti dell’amore oscuro” si presta a considerazioni di carattere generale.
Sicuramente, la passione di cui parla Lorca, a prescindere dall’orientamento sessuale, rivive il topos dell’amore sconfessato, vietato, reso occulto dall’impossibilità di manifestarlo e di realizzarlo.
I sonetti sono la testimonianza di un tormento, di una lotta tra amante e amato, di una sfida che il protagonista teme di perdere in qualsiasi momento.
Ogni componimento descrive un aspetto precipuo dell’amore oscuro. Soffermandoci in particolar modo su questi versi, vediamo l’amato imprigionato nelle pieghe dello spirito dell’amante, un interlocutore addormentato e incapace perciò di fornire le risposte che occorrono.
L’amore è qui oscuro nell’accezione di nascosto. Il nostro poeta è assillato dal timore degli occhi indiscreti della gente, quella gente che rappresenta l’ostacolo maggiore alla concretizzazione della sua passione.
L’amore è ancora una vola lotta, ma questa volta la battaglia è tra l’amante e la folla dalla quale bisogna difendere il proprio tesoro.
Se per un attimo ci caliamo nella condizione del nostro poeta percepiamo l’ansia, il dolore, l’angoscia, la paura a causa del fatto che tutto l’amore che il poeta sente di avere e di poter vivere, in realtà rimarrà per sempre una congettura della sua mente.
Pochi versi per ricordarci che le piaghe d’amore non conoscono sesso e condizione degli amanti.