Èumene, giovanissimo poeta,
si lamentava un giorno con Teocrito:
«Due anni sono già da quando scrivo,
e non ho fatto che un idillio solo:
è l’unico lavoro mio compiuto.
Povero me, lo vedo bene, è alta,
molto alta la scala di Poesia.
Sono soltanto sul primo scalino:
povero me, che non andrò più su».
Gli rispose Teocrito: «Stonate
sono, e blasfeme queste tue parole.
Sei sul primo gradino della scala?
Fiero devi sentirtene, e felice.
Essere giunto qua non è da poco;
quanto hai fatto non è piccola gloria.
Anche il primo gradino della scala
è tanto lungi dal volgo profano.
Se vuoi posarvi il piede, entrare devi
nella Città sublime delle Idee
col tuo diritto di cittadinanza.
Ed è cosa difficile e assai rara
che t’iscrivano là fra i cittadini.
E dei legislatori del suo foro
nessun avventuriero si fa scherno.
Essere giunto qua non è da poco;
quanto hai fatto non è piccola gloria».
Costantino Kavafis
Iniziare è una grande sfida. Vorremmo subito arrivare alle vette del successo, ma spesso non è possibile.
Torniamo a parlare del più conosciuto poeta greco del secolo scorso, Costantino Kavafis. La sua poesia riesce sempre ad illuminare stando com’è con uno sguardo nel presente e un piede nel passato.
Kavafis riesce, con abilità straordinarie, a rompere il muro che separa il mondo classico da quello attuale e coevo e a penetrarci all’interno spaziando liberamente in un universo culturale che, sembrerebbe, solo formalmente sia stato chiuso dalla caduta dell’impero romano.
Anche in questo caso, infatti, Kavafis prende spunto dai personaggi della letteratura greca antica per affermare una verità universale: la necessità di fare le cose gradualmente e di non avere velleità di rapido e malsicuro successo.
Teocrito è stato un celebre poeta di età ellenistica. Chi sia invece questo Eumene, è difficile dirlo; così come è quasi impossibile individuare l’episodio come realmente accaduto. Piuttosto possiamo dire che si tratta di una scena abbastanza tipica. Un giovane poeta si lamenta di essere fermo al primo gradino di una scala molto lunga, che rischia e teme di non saper percorre.
L’insofferenza e l’ansia per il futuro sono elementi costanti di chi inizia una nuova avventura professionale. Spesso, alla stregua del nostro Eumene, sembra di aver fatto troppo poco. Teocrito rappresenta la saggezza dell’esperienza. Il suo ammonimento è duro e deciso: salire anche un solo gradino è aver compiuto molto, equivale comunque ad aver attuato un salto di qualità.
L’episodio creato risulta davvero molto attuale. Nella scala valoriale della nostra società tutti anelano a giungere in cima nel minor tempo possibile, secondo il vano principio per cui solo chi è in alto riesce ad essere vincente. In realtà, a ben guardare, è proprio la smania sfrenata di successo immediato il dramma del nostro tempo. Si smarrisce il senso di ogni gradino, il valore e la dignità che ogni tappa ha.
Pare un luogo comune ribadire che solo se ognuno sa stare nel proprio ruolo con pazienza, la società potrebbe prendere una piega migliore.
Ma si sa, i luoghi comuni racchiudono sempre un nerbo di verità. Da Teocrito a Kavafis e da quest’ultimo a noi, l’ammonimento risulta sempre valido e il consiglio spendibile.