“Lí c’era qualcosa fuori posto, che non era riuscito a identificare. Un’incoerenza, un elemento dissonante. La dote fondamentale dello sbirro è proprio questa, Fenoglio lo aveva sempre pensato. Andare alla ricerca delle discontinuità, delle note dissonanti».
Cosa rende una verità assoluta? Una domanda di difficile risposta, a cui tenta di dare un senso Gianrico Carofiglio, nel suo ultimo lavoro dal significativo titolo “Una mutevole verità” (edito Einaudi, 2014). Per la prima volta alle prese con un vero e proprio poliziesco, Carofiglio torna alla scrittura con una storia dai toni oscuri, accattivante, con personaggi fortemente umanizzati e credibili.
Un poliziesco che si distingue nel suo genere per la volontà esplicita di mettere in discussione ogni certezza. L’intenzione di Carofiglio è infatti quella di mostrare la fragilità delle prospettive, la debolezza delle certezze che costruiscono le verità. Così rende il suo protagonista, il maresciallo Pietro Fenoglio, di origine lombarda ma trapiantato a Bari, il punto di forza su cui reggono le travi del suo racconto. Contro tutte le evidenze che vorrebbero inchiodato l’assassino, Fenoglio si ostina nel tentativo di contraddire gli indizi stessi, per verificarne la validità. Un fattore apparentemente banale, ma che svela, al contrario, l’originalità di una storia in cui si evidenzia la pericolosità del giudizio come forma di presupposizione. La capacità di dare della legge un’interpretazione obiettiva, scevra da pregiudizi che nella loro evidenza facilitano la soluzione errata del caso.
Tutti elementi, insomma, da cui si deduce la prima provenienza di Carofiglio come magistrato. Una carriera che, nonostante l’archiviazione ufficiale, sembra restare parte caratterizzante dell’autore barese. E fortunatamente, potremmo dire, dato che è proprio questa sua caratteristica a dipingere di tinte genuine le sue opere, senza scadere nella banalità di strade già spesso percorse. Una scrittura fresca, avvincente, che lega il lettore alle pagine del libro fino all’ultimo capitolo, e non manca di offrire al pubblico più affezionato un cameo d’eccezione come quello dell’amato avvocato Guido Guerrieri (già presente in Testimone Inconsapevole e Ad occhi chiusi).
Un racconto che non può mancare tra le letture da portarsi in vacanza. Non solo per il piacere di ritrovare un vecchio amico, ma anche per la piacevolezza di una lettura originale e riflessiva. Dopo il successo recente, potremmo dire che Carofiglio ha perfettamente superato l’esame più difficile, quello di riconfermare, per altro in un genere a cui si dedica per la prima volta, il suo talento di scrittore. Una professione a cui ormai si dedica a tempo pieno, e che produce ottimi risultati.