Vita di Tara di Graham Joyce è un romanzo molto particolare. Secondo una definizione data dall’autore, è “un’opera in cui il confine tra il fantasy e una mente disturbata [è] inesistente”. Credo che queste poche parole siano perfette per dare un’idea di quale sia l’andamento prevalente del romanzo.
Il giorno di Natale, Dell e Mary si ritrovano davanti alla porta di casa la loro figlia scomparsa vent’anni prima, Tara. Quest’apparizione inaspettata porta con sé stupore e felicità, in un primo momento, ma quando Tara comincia a spiegare a loro e a suo fratello Peter dov’è stata e perché è tornata solo ora, la faccenda si complica parecchio.
Tara descrive un mondo alternativo, una dimensione che esiste parallelamente a quella in cui viviamo, popolata da esseri superiori e pericolosi. La ragazza, che dovrebbe avere trentasei anni ma dimostra l’età di quando era sparita, ossia sedici anni, racconta il modo in cui si è allontanata, il mondo in cui è arrivata, ciò che ha fatto lì e ciò che ha imparato durante questa lunga assenza (anche se lei ha avuto l’impressione di essere scomparsa solo per sei mesi).
I suoi racconti rimandano ad una realtà fantasticamente vivida, carnale, magica, qualcosa di inconcepibile e incomprensibile. Ben presto la sua famiglia comincia a pensare che sia impazzita o che, in qualche modo, tenti di nascondere ciò che realmente ha fatto. La mandano da uno psichiatra, ed è qui che l’intreccio assume caratteristiche particolari. I resoconti del dottore si inseriscono nella narrazione, portando il lettore a dubitare della veridicità di ciò che Tara sta raccontando. È stata o no rapita da questi cosiddetti “elfi”? Lei non abbandona mai quell’aria tanto misteriosa quanto sicura che la caratterizza e cerca in tutti i modi di far capire alla sua famiglia, e al suo fidanzato di un tempo, Richie, che non è pazza. Ma poi leggiamo ciò che dice il dottore, e quasi ci convince.
Credo che, in parte, l’interpretazione di questo romanzo dipenda dalle personali inclinazioni di ciascun lettore, dalle sue preferenze e abitudini di lettura. Tuttavia, esso è presentato come romanzo fantasy, quindi fin da subito io ho deciso di credere ciecamente a Tara. Non vi dirò se alla fine ci ho creduto ancora, ma vi invito a leggere questa storia fantastica, scritta molto bene, con spunti interessanti anche per una riflessione sul mondo che ci circonda, che finisce per sembrare triste e vuoto agli occhi di un essere speciale come Tara, una ragazza che ha (forse?) avuto il privilegio di vivere in un universo più ricco, più potente, più intenso. È un fantasy che consiglio anche ai non amanti del genere, perché è una storia che sa davvero catturare e si legge tutta d’un fiato. Per gli amanti, come me, è un’avventura nuova in ogni caso, per le atmosfere misteriose, per le contaminazioni da romanzo psicologico, per una storia che rimane piacevolmente impressa nella memoria per molto tempo.