Un racconto stravagante e delirante, a tratti sgrammaticato, questo Mio salmone domestico. Manuale per la costruzione di un mondo, completo di tavole per esercitazioni a casa: il vivere quotidiano di un’aspirante scrittrice che convive con un brillante salmone vagamente afflitto da crisi esistenziali. La partenza risulta un po’ problematica e stravolta dal linguaggio iperbolico di Emmanuela Carbé, ma con furbizia l’autrice incanala il lettore nella sua personalissima proiezione del mondo.
Siamo introdotti a questa strana storia fantastica con l’ausilio di un mini-vocabolario esplicativo: il mondo della Carbé è tutto da spiegare. Un contratto iniziale avverte il lettore sulla sponda del racconto: dovrà fidarsi ciecamente dei fatti raccontati senza mai metterne in dubbio la veridicità. Viene così reso esplicito un processo sottinteso che coinvolge il lettore in rapporto con il racconto già tanto caro ad Umberto Eco e che qui ci viene ricordato con dolcezza e ironia.
Catapultati in un universo parallelo, comico e ironico, abbiamo bisogno di qualche pagina per ritrovare l’orientamento e dare un senso alla storia. L’inizio è difficile a causa dei periodi contorti, i termini apparentemente fuori contesto e le situazioni allucinanti, ma basta dare fiducia a questa scrittura frenetica e mirabolante per venire risucchiati dalla storia. Crodo, il salmone addomesticato, accompagna la protagonista nei suoi studi all’Università di Pavia e poi nelle varie visite alla città natale di Verona. Intorno a queste due linee vengono costruite situazioni paradossali condite da personaggi altrettanto improbabili: Sagomadipiccoloprincipe, eleonoraduse, Sagomadigattuso, madrelinguaspagnola, Medusa (amore non corrisposto di Salmone), Avvocato e Avvocatessa, miominuscolofratello e tanti altri.
Viene naturale cercare significati reconditi dietro la stravaganza di questo racconto strampalato. L’autrice, alle prese con la sua prima opera, ha già elaborato una sua poetica, una trasformazione del mondo reale che la circonda in un universo immaginario che ha però fortissimi legami con la sua quotidianità e la paura dell’esterno.
I partecipanti ideali del corso di scrittura creativa e del corso di artigianato sudtirolese sono: 1) neolaureata in Lettere con velleità creative, indecisa sul futuro, appena uscita da una storia importante (Soundtrack: Tiromancino); 2) giovane artista uscita da accademia d’arte, taglio di capelli notevole e vestiti stra-vaganti (Soundtrack: Afterhours, ma di nascosto Tiromancino); 3) il pensionato simpatico con ricordi nel cassetto (Soundtrack De Gregori, ma di nascosto i Pooh); 4) la moglie che non ci sta al corso di taglio e cucito (Soundtrack: De André, ma di nascosto Celentano); 5) un bambino prodigio silenzioso (Soundtrack: Cristina d’Avena, ma di nascosto i Pooh); 6) il post laureato disoccupato (Soundtrack: nessuna).