Sette libri che descrivono le fasi conclusive della guerra tra Sparta e Atene, con la temporanea supremazia di Tebe che ad essa seguì: sono le Elleniche, l’opera di carattere storico che narra gli avvenimenti avvenuti in Grecia nel V e IV secolo a.C., precisamente in un arco temporale compreso tra il 411 e il 362. L’autore è Senofonte, figura di combattente-scrittore che ha impresso il suo nome – e non solo con l’opera in questione – nella storia della letteratura greca.
Ma già qui dobbiamo fare una precisazione importante: le Elleniche costituiscono di fatto la continuazione delle Storie di Tucidide, il quale aveva interrotto la sua poderosa opera con la Guerra del Peloponneso; Senofonte riprende la narrazione esattamente al punto in cui Tucidide l’aveva interrotta, e ciò risulta evidente dall’incipit del libro I, che acquista un senso solo se letto subito dopo l’ultimo paragrafo delle Storie tucididee (“Dopo questi fatti, trascorsi alcuni giorni, giunse da Atene Timocare…”). Suddivisione degli argomenti trattati secondo il sistema annalistico e stile impersonale sono infatti caratteri tipici della narrazione di Tucidide.
Ma dal terzo capitolo del secondo libro struttura cronologica, stile e impostazione concettuale cambiano in maniera radicale, tanto da lasciare al lettore la sensazione di essere quasi di fronte a due opere diverse: allo stato attuale risulta probabile l’ipotesi di tempi differenti nella composizione (la parte centrale sarebbe stata la prima ad essere redatta, successivamente sarebbe stata composta la prima, che concludeva la storia di Tucidide, e infine sarebbe stata scritta l’ultima parte).
Caratteri prettamente tipici della storiografia senofontea risultano la predilizione per i resoconti di battaglie (vissute anche personalmente da un uomo d’armi come Senofonte) e per le scene in generale particolarmente drammatiche, nonchè per l’utilizzo frequente dei discorsi per caratterizzare i personaggi.
Dal punto di vista strettamente storico, pur se non mancano elogi al governo democratico ateniese, è verso Sparta che si rivolgono le simpatie dell’autore delle Elleniche: lui che, condannato all’esilio durante la guerra dal governo ateniese, aveva scelto proprio Sparta come nuova patria (legandosi inoltre con il suo re Agesilao, al fianco del quale combattè nella battaglia di Cheronea del 394 a.C. contro la coalizione antispartana).
Forse privo della profondità analitica di Tucidide e del suo rigoroso uso delle fonti storiche, Senofonte è stato apprezzato dai posteri soprattutto per la meticolosa cura dei dettagli tecnici (dovuta alla sua competenza nell’arte militare) e per lo spirito d’avventura che caratterizza la sua opera storica.