Ogni volta che leggiamo un libro, guadiamo un film, ascoltiamo storie di genere giallo e poliziesco, ci chiediamo, durante i punti più salienti e intriganti, cosa si celi dietro il nome dell’autore, come sia stata la sua vita. Eventi folli, morti improvvise, traumi infantili lo hanno spinto a scrivere quello che leggiamo? Oppure una vita tranquilla, fin troppo tranquilla, che ha spinto lo scrittore ad inventare storie del genere, per non annoiarsi? Chissà… a volte fanno parte del primo gruppo, altre del secondo. Fatto sta, che i romanzi gialli possono vantare grandi scrittori, da Agatha Christie ad Arthur Conan Doyle.
Un altro nome si è meritato il “titolo” di grande autore di racconti gialli- polizieschi, Richard Horatio Edgar Wallace. Scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista, nacque a Greenwich il 1 Aprile 1875, in una famiglia semplice che, a causa delle difficoltà lavorative che non permettevano di prendersi cura del figlio, lo diede in adozione a una famiglia benestante, che gli permise di vivere un’infanzia serena e tranquilla e di avere una buona istruzione scolastica.
Da adolescente, Wallace aveva una vita piena: svolgeva diversi lavori, era un appassionato di corse ippiche e si fidanzò addirittura con una ragazza, con la quale finì, però, molto presto.
Nel 1894, si arruolò nell’esercito britannico in Sud Africa. Quattro anni dopo, durante la Guerra Boera, fu corrispondente per il Daily Mail; nello stesso periodo conobbe colei che due anni dopo sarebbe diventata sua moglie, Ivy Maude Caldecott, che nello stesso anno, gli darà una figlia.
In questo periodo entrò in contatto con personaggi importanti, che gli permisero di diventare direttore del Rand Daily Mail,nel 1902.
La vita privata di Wallace sembrava andare per il verso giusto, quando nel 1904, a causa di una meningite, l’unica figlia della coppia morì, provocando nei genitori enorme dolore, che portò al licenziamento dello scrittore, e al trasferimento di marito e moglie dal Sud Africa, alla Gran Bretagna. Qui, riuscirono a ricostruire passo dopo passo la loro vita insieme, nonostante la terribile condizione economica, di cui la moglie era all’oscuro. Nel susseguirsi degli anni, la coppia mise al mondo altri tre figli.
L’ispirazione per il suo primo romanzo, arrivò con il suo lavoro come corrispondente durante la Guerra russo-giapponese: qui incontrò molte spie inglesi e russe che furono come delle muse ispiratrici nella sua vita professionale. Nacque così “I quattro giusti”, una storia, i cui protagonisti, uccidevano in nome della giustizia.
Nel 1921, dopo la separazione dalla moglie a causa della relazione sentimentale di Wallace con la sua segretaria, egli si risposò proprio con quest’ultima, dalla quale ebbe una figlia, Penelope.
L’autore continuò a scrivere romanzi, ma anche commedie, e l’apice del suo successo, anche economico, coincise con la morte, nel 1926, della prima moglie, a causa di un tumore al seno.
Raggiunta una stabilità economica, Wallace si dedicò anche ad altre passioni: lavorò in America per vari giornali e per il cinematografo. Contribuì alla stesura del soggetto del film “King Kong” nel 1933, morendo però durante la lavorazione del film; iniziò ad interessarsi di politica, candidandosi al Parlamento, senza essere eletto.
Morì, pieno di debiti, a Beverly Hills, il 10 Febbraio 1932.
Alcune sue opere: “L’oro di Satana” (1932),“Il Consiglio dei quattro” (1932), “L’isola d’Eva”(1933), “I duchi dei sobborghi” (1933), per ricordarne alcune, ma l’elenco è davvero lungo. La sua produzione letteraria è molto vasta e conta decine e decine di romanzi gialli, ma anche di commedie.
Il successo di Wallace come scrittore, ha elementi molto chiari: non è morboso, come alcuni autori del genere. Riesce a piacere senza quel gusto di suscitare paura e lasciare i lettori con un senso di terrore; ha utilizzato elementi nuovi: i protagonisti delle sue storie sono poliziotti comuni, non brillanti nelle loro indagini. Sono “eroi” di tutti i giorni, quelli che ognuno di noi potrebbe incontrare lungo il suo cammino.
Tornando alla curiosità iniziale, di quale gruppo faccia parte Wallace, non lo sappiamo. Certo è che la sua vita è stata movimentata, condita di momenti belli, altri meno belli; piena di difficoltà, sbagli e situazioni spiacevoli. Tutto sommato non così tragica. Da qui forse la sua scelta di un giallo più “soft” e più alla portata dei lettori (…”fifoni”!).