In molte grandi città, soprattutto europee, le corsie stradali dedicate alle auto si stanno assottigliando per fare posto ad una sempre più crescente comunità di ciclisti. La bicicletta, infatti, sta ormai da tempo superando in termini di vendita il mercato delle auto. Vuoi per la crisi o per il bisogno e il desiderio di vivere in maniera più ecosostenibile, i grandi centri urbani continuano costantemente a sottrarre metri di asfalto agli automobilisti per regalarli agli amanti della bici.
Fenomeno non nuovo negli Stati Uniti, dove ormai i ciclisti urbani crescono ogni anno in maniera esponenziale. Tale fenomeno ha raggiunto una visibilità così importante che l’illustratore e designer Kurt McRobert ha disegnato un’accuratissima tassonomia descrittiva dei ciclisti che ogni giorno percorrono le strade di New York. Gli archetipi ci sono tutti: dal pendolare al ciclista amatoriale, da quello che ti porta la pizza a casa in bici al turista su due ruote. Le illustrazioni, coloratissime e dettagliate, sono corredate da una serie di piccole descrizioni che esplicitano le caratteristiche sociali e, a volte, psicologiche del ciclista urbano raffigurato.
Ad esempio, il ciclista hipster, il fighetto ultramoderno, rivestito di vintage ultrafinto e smodatamente ostentato, non indossa mai il casco perché rovinarsi la pettinatura “sarebbe molto più imbarazzante che sfracassarsi il cranio”. È quello che si vede gironzolare con la bici indossando i suoi nuovissimi Ray-Ban parlando al modernissimo I-Phone, fumando una sigaretta, meglio se rullata. Poi c’è quello che McRobert definisce “il messaggero”, che deve portare da un lato all’altro della città enormi tubi di plastica contenenti progetti, informazioni grafiche e quant’altro. Sono quelli che non hanno tempo da perdere, possiedono “una padronanza istintuale del traffico newyorkese nel quale sembrano nuotare come pesci nella corrente”. Ci sono poi i cosiddetti “Citibike”, un’ampia categoria di persone, uomini di affari, normali cittadini, coppie di yuppies, che hanno una scarsissima conoscenza del traffico cittadino e delle sue regole. Per questo motivo “stanno surclassando i tassisti” per la rabbia che pedoni e automobilisti in genere hanno nei loro confronti. Se si capita dietro uno di questi, dice McRobert, “sarà un viaggio lunghissimo”.
Poi c’è il pendolare, equipaggiato alla perfezione con la sua bici pieghevole, arriva al lavoro “senza fiato e tutto sudato, pronto per iniziare la sua giornata lavorativa”. Ci sono i turisti-ciclisti, quelli che non hanno né il fisico né l’esperienza per districarsi nel reticolato di New York, ma si fermano ad ogni angolo per scattare una foto e far bloccare un po’ il traffico. Il “Delivery Man”, quello che porta la pizza a casa, è forse il ciclista più odiato di tutti (se non è diretto verso casa tua) perché non conosce regole e guida “con la sua pizza extralarge contromano e sui marciapiedi”. Un’illustrazione è anche dedicata ai “Weekend Warriors” che di solito si spostano in coppia alla ricerca di un po’ di avventura alla fine della settimana. “Li riconosci perché indicano l’un l’altro cose interessanti da osservare”. Infine c’è la “Manhattan Girl”, vestita di tutto punto, forse per “andare a fare shopping? O in un bar a bere un caffè fair trade con latte di soia? O magari ad un servizio fotografico? Non lo saprai mai perché non ti parlerà mai e poi mai”.
Quanti tipi di ciclisti avete riconosciuto?