Essere alto ad appena dieci anni un metro e ottanta centimetri non può impedirci di inseguire un sogno. Neanche gli occhi verdi e la pelle bianco pallido. Sandro aveva deciso di diventare Diego Armando Maradona e nulla lo distoglieva dal suo obiettivo. Non era un tipo da cedere facilmente all’assenza di illusioni. Faceva spallucce quando gli dicevano che sembrava più tagliato per la pallacanestro che per il calcio.
A lui bastava avere gli stessi ricci neri di Maradona per crederci.
Sandro si allenava con regolarità nel cortile condominiale. Gli restava poco tempo per andare a scuola e non se ne faceva un cruccio. Se i vicini si lamentavano per i rumori, prendeva il pallone sottobraccio e andava in strada: c’era sempre qualche piazza pronta ad accoglierlo. E nuovi compagni per giocare. Quando si presentava diceva di chiamarsi, Diego Armando Maradona, per una lontana e imprecisata discendenza con la famiglia del pibe de oro. Sandro, aggiungeva, con l’indefinibile aria di chi sente un campione incompreso, è un nome di comodo.E lo stupore che provocava negli altri non frenava la sua corsa.
Il sabato pomeriggio non perdeva mai la partita di calcetto, maglia n 10. Aborriva la porta e preferiva il centrocampo, ma il pallone sui suoi piedi scivolava come il burro. Eppure questo, secondo Sandro, costituiva un dettaglio superabile con il tempo e la disciplina.
Passarono anni, il cortile si svuotò del resto dei compagni e il calcetto del sabato pomeriggio si trasformò in un lontano ricordo. Un pomeriggio qualunque, il portiere del condominio con una certo fastidio per l’ora tarda gli consigliò, senza mezzi termini, di smetterla con il calcio. Ma a frenare Sandro non fu tanto il tono ineluttabile del portiere, quanto un imprevisto che più tardi avrebbe capito chiamarsi destino. Quello stesso pomeriggio, Sandro, inciampò in una trappola per topi. Il menisco si sgretolò insieme al suo sogno. Sandro decise di intraprendere la più comoda carriera di impiegato, dopo aver preso il diploma da privatista.
Sulla scrivania del suo ufficio, in un angolo poco visibile, nascosta dalla foto del suo matrimonio, c’è la scritta Ragionier Diego Armando Maradona discendente del grande pibe de oro.