Ha più voci lui che cinquemila cori gospel, mai avaro di spiegazioni e con un debole per le abbreviazioni, signore e signori, mi sembra di averne già parlato ma non importa, il mio grande amico, il maniaco delle definizioni, signore e signori, ecco a voi……. Termine!
Termine è il mio vocabolario. Sono con lui, ora. Ogni tanto gli chiedo delle cose. Mi piace sentirlo parlare. Appena ho qualche dubbio, lui è lì. Oh, intendiamoci, niente di così importante. Dettagli, piccolezze. Ma lui è un dizionario e a queste cose ci sta attento. Ad esempio oggi c’è un verbo che, non so perché, ma mi ronza nella testa. Ci rifletto, mi sembra una questione affascinante. Il verbo, anche lui è riflessivo, ma non solo oggi. Lo è sempre stato. Lo sarà sempre.
Ora, a parte la minchiata, la faccenda è questa. Chiedo a Termine il significato di Immergersi. Quello esatto e quello figurato, occhio! Quello approssimativo, lo conosco anch’io. Termine non si fa pregare. “In senso figurato indica intensità dell’azione.”- mi dice, laconico. Resto a pensare. Penso all’azione che ho fatto nella maniera più intensa. Mentre la facevo ero dimentico di me stesso e del mondo. Non esistevano appuntamenti, impegni, mentre la facevo. Nemmeno responsabilità, preoccupazioni. Soprattutto il tempo non esisteva.
Ma sono stanco di pensare. E Termine di rispondere. Così vado in giardino e mi metto a leggere. Comincio un nuovo libro oggi. Intanto si è fatto davvero tardi. Entro in casa e cosa ti vedo? Un cartellone appeso al muro. Mi avvicino. Leggo.
“Ho tentato in tutti i modi di dirtelo ma non c’è stato proprio verso. Dovevi studiare la lezione, oggi. Ecco, questo avevo da dirti. E un’altra cosa: sei proprio un maleducato! Firmato Il Generale Foglio Bianco.”
Se non ci sono responsabilità e preoccupazioni, in compenso ci sono i cazziatoni, penso. Ma prendo il manuale e leggo:
“All’interno di un’opera narrativa si possono avere non uno solo, ma più narratori, disponibili secondo un ordine gerarchico, chiamato grado o livello. Si ha un narratore di primo grado quando questo racconta una storia direttamente. Si ha invece un narratore di secondo grado quando racconta la storia di un personaggio il quale, a sua volta, racconta una nuova storia. Un esempio classico ci è dato dal Decamerone. Il narratore di primo grado (convenzionalmente il Boccaccio) inizia con il descrivere la peste che, nel 1348, devastò Firenze e vi innesta la finzione della sua storia, immaginando che tre giovani e sette fanciulle, abbandonino la città per ritirarsi in una villa di campagna. Durante questo soggiorno, a turno, essi decidono di raccontare una novella, ciascuno sul tema proposto dal re e dalla regina della giornata. Ciascuno dei dieci giovani assolve quindi la funzione di narratore di secondo grado. Ogni racconto appare infatti narrato da uno di questi personaggi ad un pubblico costituito dagli altri nove.”