Mario si era messo in testa di fermare il tempo. Non sapeva come, ma sentiva che ci sarebbe riuscito. Le capacità e l’intelligenza a sentir sua madre non gli mancavano e poi aveva tutto il tempo per pensarci. Era estate piena e le scuole sarebbe state chiuse fino ai primi di settembre. Certo non era un’impresa facile. Mario doveva escogitare qualcosa subito e questo significava mettersi a pensare, concentrandosi su tutte le soluzioni possibili. E quando Mario iniziava a pensare non passava un minuto che perdeva il filo, si distraeva in un batter d’occhio, era più forte di lui. Per non parlare del fatto che per pensare bisognava stare fermi sulla sedia e lui si annoiava da morire a star seduto.
Ma l’idea di fermare il tempo a Mario piaceva troppo per farsela sfuggire. Stavolta avrebbe fatto qualunque cosa per pensarci e nel modo giusto.
Per prima cosa avrebbe dovuto fare in modo di rincontrare Vanessa, perché Mario non pretendeva di fermare tutto il tempo del mondo, ma solo il tempo che trascorreva con lei. Quella bambina sembrava una meteora: arrivava sulla spiaggia, si metteva sulla riva a giocare con lui e dopo poco scappava via. Quando la madre gridava il suo nome, Vanessa lo salutava gentilmente e correva a casa. Diceva che si erano fatte le nove e non poteva più prendere il sole, rischiava di scottarsi.
Mario aveva incontrato Vanessa un paio di volte ma gli era bastato per rimanere abbagliato dai suoi occhi verdi e dal suo cappello di paglia gigante. E non se la sentiva di sopportare di nuovo la delusione di vederla andare via dal mare così presto. Era determinato seriamente nel realizzare la sua idea: il tempo che avrebbe trascorso con Vanessa doveva fermarsi.
Prima che Vanessa ritornasse a mare, passò qualche giorno. Mario, era un po’ stanco visto che non aveva fatto altro che pensare, ma appena la vide si alzò di scatto dalla sdraio e si precipitò verso di lei sulla riva.
Vanessa, ascoltami. Devo dirti una cosa.
Cosa ? Vanessa lo chiese con una certa diffidenza.
Da questo momento in poi non esiste più il tempo. Mario lo disse mentre le guardava i piedi immersi nell’acqua. Si accorse che erano piccoli per una bambina di sette anni, ma erano belli. Bellissimi.
Davvero ? Ma cosa significa ?
Te lo ripeto. Significa che non esiste più il tempo, non esistono più orologi. Puoi stare in spiaggia tutto il tempo che vuoi.
Davvero ?Mi piacerebbe tanto sai. Il suo tono aveva perso la diffidenza di prima.
Guarda l’orologio: sono ancora le otto. Mario, si sentiva al sicuro, aveva al polso l’orologio della madre ed era riuscito a fermare le lancette sulle otto. Ecco l’idea che gli era venuta in mente per restare con Vanessa tutto il giorno.
Davvero ? Mario stava per dirle che gli piaceva tanto che dicesse sempre davvero. E non solo, stava per dirle che per era la bambina più bella e gentile della spiaggia, che il suo cappello era fenomenale, che aveva degli occhi grandi e stupendi. Ma mentre pensava a come dirle tutto questo, con il polso che batteva forte per l’emozione, sentì la voce della madre di Vanessa.
Sono le nove Vanessa .
Gli occhi verdi di Vanessa si riempirono di lacrime. Bugiardo, disse e scappò via.
Mario la guardò mentre correva sulla sabbia rovente. Avrebbe voluto inseguirla, ma la vergogna non riuscì a muoverlo. Restò immobile, immerso nell’acqua fino alle ginocchia.
L’orologio al polso segnava ancora le otto Eppure il tempo non si era fermato.