Mi dico impiccato:
In questa notte, nella quale la solitudine è ovunque, penso che in me si compiano anni; mi pare di avere piaghe e non poter studiare i misteri delle tane, dei nascondigli. Sento sfracellamenti negli angoli della città: libellule che ammazzano piccioni e questi, spennati, cadono. Un rimbombo generato dal nulla.
Un magazzino è ancora acceso. Osservo rampicanti che salgono sui muretti del cortile, davanti alla mia camera. Le vorrei masticare, così che il freddo umido mi apra le viscere.
Manca poco per arrivare a casa.
Quando mi sdraierò sognerò le cose spente.
Così entro in casa.
Nelle due case:isolane e nordiche.
Duplici e nerissime.
Con la bocca aperta.