-Acqua!
-Come sempre.
-E perché mai dovrei cambiare?
-Già, perché…
-Odio perdere il controllo, lo sai.
-Prova a lasciarti andare.
-Stasera no.
-Potremmo…
-Ancora? Allora possiamo anche salutarci qui.
-Va bene, non arrabbiarti. Non stasera.
-Sette anni.
-Sono stati lunghi?
-I primi quattro. Gli altri tre è stato più semplice.
-Leonor!
-Gran donna.
-Hai sempre avuto gusto.
-Non sempre, qualche volta ho sbagliato anch’io.
-Non ti ho mai costretto a fare qualcosa contro la tua volontà. Se t’hanno scoperto è perché sei stato incauto.
-Cameriere!
-Scusa, non volevo essere scortese. Sai come sono, mi piace provocare.
-Il guaio è che non ti rendi conto dell’effetto che hanno le tue provocazioni.
-I quattro anni!
-La galera in sé non è brutta. È che bisogna stare attenti!
-Deve essere stata dura.
-Tacere, sempre.
-Leonor lo sa?
-Non ti avrei detto che i tre anni con lei sono stati i più facili, altrimenti.
-E’ una fortuna che esistano persone come lei.
-Peccato che a te non interessino.
-A differenza tua, sto bene così.
-Vero, ti limiti a far soffrire gli altri.
-Voglio vivere, Maurizio. Vivere!
-E per questo lasci che gli altri facciano cose…
-E’ stata una tua scelta.
-Hai ragione, ma non voglio farlo ancora.
-Però sei venuto, stasera.
-Per l’ultima volta.
-La pistola, come sei melodrammatico!
-La userò, non staserà magari. C’è troppa gente in questo bar, non sono così fesso. Ma d’ora in poi lasciami in pace, Giancarlo.