Rivedo ancora
la mia scuola,
la strada brulicante
di voci festose,
le pareti imbiancate
della mia aula.
Riascolto la voce,
burbera ed affettuosa,
dei miei maestri,
il suo tono amichevole.
E ripenso a voi,
o miei antichi compagni,
ai nostri giochi,
alla nostra vita
vissuta insieme,
ai lunghi giorni
di pioggia e di sole
passati nei banchi.
Come mi sembra
ormai lontano
quel tempo,
quel tempo spensierato e felice,
quando bastava
una piccola cosa
per farci piangere
o ridere insieme!
Come sono ora diverso,
io, dal ragazzino di allora!
Quante immagini,
quanti pensieri,
quante idee, il tempo
ha cambiato dentro di me!
Come è difficile ora vivere,
vivere da soli,
vivere in questo gorgo infernale
che non ci dà che male.
Ma tu, o piccola scuola,
rimarrai sempre intatta
nei miei ricordi,
nella mia memoria,
poiché con te,
dentro le tue mura,
io ho vissuto
i miei momenti migliori.
Vladimir Majakovskij
Il poeta della rivoluzione in uno spaccato intimo e personale.
Vladimir Majakovskij è nato in Georgia nel 1893 ed è morto suicida nel 1930. Sebbene abbia avuto una vita breve e complessa, ha saputo guadagnarsi una fama mondiale. È conosciuto al grande pubblico per essere il poeta della rivoluzione russa, per aver abbracciato la causa bolscevica e il grande progetto comunista. Tuttavia, è stato anche un poeta stravagante, un artista a tutto tondo esponente di spicco del nascente movimento futurista.
In questi versi il nostro poeta depone l’arma civile e si mostra ai suoi lettori in un momento intimo e personale.
Come apprendiamo chiaramente la scuola ha rappresentato il momento più bello della sua vita. Gli anni della formazione sono legati ai suoi ricordi più ameni, più positivi.
La scuola a distanza di molto tempo diventa l’immagine che allieta la mente angosciata del poeta, quella che lo riporta in pace col mondo, quel mondo che ormai è soltanto un gorgo infernale.
Rievoca i compagni, le giornate festose, i piccoli momenti felici, la semplicità di quella vita.La scuola funziona nell’esistenza del poeta- ma probabilmente nella vita di ognuno di noi- come una sorta di limbo che difende e in qualche modo protegge dall’età adulta e dai suoi pericoli.
Il poeta riconosce che ha smarrito la genuinità e la trasparenza dei suoi pensieri. La vita lo ha irrimediabilmente cambiato, lo ha reso diverso. Dov’è il ragazzo spensierato di una volta? Dove la tranquillità e la gioia che hanno riempito il suo cuore di studente?
Una poesia che esalta la scuola come il momento più importante nella vita di un uomo. Un diritto che è garanzia e consapevolezza di una esistenza migliore e l’unica cosa che sa rendere speciali gli anni più teneri.