Una donna frivola e calcolatrice, astuta ma affascinante… uomini ai suoi piedi, scapoli o sposati, innamorati veri o presunti di altre donne ma pronti a cadere vittima dell’allure di questa femme fatale in salsa Regency.
Siamo alla fine del Settecento, la dark lady in questione è Lady Susan e il romanzo si deve alla penna di Jane Austen, che Letteratu intende onorare e festeggiare proprio nel giorno del suo compleanno: la scrittrice nacque infatti il 16 dicembre del 1775.
Certo, si tratta di un’opera giovanile, ma come avrebbe detto Virginia Woolf qui la Austen canticchia e riprova fra sé i motivi di quelli che saranno i suoi capolavori, gli immortali Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento, Emma, L’abbazia di Northanger, Persuasione e Mansfield Park: amori contrastati, zitelle sospirose, intrighi, tè e chiacchiere da salotto, picnic, visite, serate al piano, toilette e balli.
Ma l’acuta Jane Austen non si limita alla trama, peraltro qui abbastanza complessa e dipanata con una certa maestria: come farà nelle opere maggiori, il suo pezzettino d’avorio lavorato con il massimo sforzo ma con una leggerezza impagabile ci regala un ritratto femminile al vetriolo, una commedia di costume, una critica sociale vera e scandagliata in profondità.
Genitori apprensivi, figli scavezzacollo, matrimoni in bilico, tutto la Austen attraversa e fa attraversare a Lady Susan, che pagherà il fio della sua scriteriata condotta ma che ci rivela quanto fosse difficile essere donna nel Settecento. E ci ricorda quanto lo sia ancora oggi.
Attraverso le lettere di Lady Susan e di vari corrispondenti, specchi, lenti d’ingrandimento o deformanti, la Austen tratteggia schizza incide caratteri e personalità. Oggi magari il suo romanzo epistolare sarebbe fatto di e-mail o sms, di tweet o stati di Facebook, tanta è la vivezza della frase e delle immagini.