Figlio di un avvocato e di una donna di grande cultura, il 15 Agosto 1771 nasce a Edimburgo, Walter Scott, conosciuto oggi come lo “scrittore nazionale scozzese”.
A solo un anno di età il bambino, viene colpito dalla poliomielite, che lo renderà zoppo per tutta la vita. Questo avvenimento lo segnerà per gli anni a venire, oltre che fisicamente, psicologicamente.
Cresce con le cure amorevoli della sorella e in un ambiente che, seppur non appartenente all’aristocrazia dell’epoca, sarà di grande stimolo dal punto di vista culturale per il piccolo Walter. I primi anni di vita però, li trascorre anche in una fattoria nella campagna scozzese. I paesaggi, gli ambienti, i racconti e le leggende scozzesi, affascinano Walter e lo segnano profondamente anche nei suoi scritti.
Nel 1778, tornato ad Edimburgo dopo anni di cure, viene affiancato nello studio da un precettore, che lo prepara per l’anno successivo, durante il quale Walter inizia a frequentare la prestigiosa Royal High School di Edimburgo.
Scott dimostra subito grande passione e interesse, soprattutto per la lettura di romanzi, poemi e libri storici. Conclusa la scuola, si trasferisce a Kelso, dove frequenta la Scuola di Grammatica.
Successivamente, nel 1783 Scott viene indirizzato dal padre agli studi legali presso l’Università di Edimburgo e in seguito alla carriera forense. Quest’ultima non rispecchiava pienamente i suoi interessi, ma la legge e tutto ciò che vi riguardava, furono un elemento fondamentale nei suoi scritti.
All’università, tra l’altro, entrò in contatto con grandi personalità dell’epoca, tra cui i poeti Blacklock, Macpherson e Burns. Nel 1792 si laurea.
Nel 1797 Scott conobbe Margaret Charlotte Charpentier, figlia di un rifugiato politico francese. Si sposarono dopo pochi mesi dal loro primo incontro e dalla loro unione nacquero cinque figli.
Nel 1795, lo scrittore inizia la sua carriera letteraria come traduttore dal tedesco, di alcune opere di Goethe, autore a lui molto caro. Pubblica la sua prima opera dopo pochi anni: una ballata dal titolo “Minstrelsy of the Scottish Border”.
In questi anni, si dedica anche alla composizione di molte poesie, nelle quali è chiaro e presente lo stile di Scott: un mix tra gli elementi del romanzo gotico e la storia e le usanze del suo paese. Elementi a lui conosciuti insomma, eventi vissuti in prima persona o raccontati da qualcuno a lui caro. Semplicità e purezza nel raccontare, i tratti che lo contraddistinguono.
Il suo primo, vero romanzo storico è del 1814, “Waverley”. Pubblicato in forma anonima, a causa della preoccupazione di un giudizio negativo da parte del pubblico, in realtà ottenne un successo enorme e fu accolto molto positivamente dai lettori. Anche qui ritroviamo i tratti distintivi degli scritti di Scott: le descrizioni delle usanze locali, dei paesaggi,”l’eroe non- eroe”, contrapposto all’eroe dei romanzi epici, l’influsso del romanzo gotico.
Questo romanzo, insieme ad altri due, “Guy Mannering” e “The Antiquary”, vanno a formare la cosiddetta “trilogia scozzese”.
La sua produzione è molto, molto vasta. Alcune tra le sue opere: “Ballads and Lyrical Pieces”, “Marmion”, “La donna del lago”, “Rokeby”, “The Field of Waterloo”, “The Lord of the Isles”.
Uno tra I suoi romanzi più conosciuti è però, “Ivanhoe” del 1819.
Dopo una vita contrassegnata dall’amore per i paesaggi scozzesi, dagli ideali ricercati e “spiegati” attraverso la legge e i racconti di battaglie eroiche, di eroi “poi non cosi tanto eroi”, Walter Scott muore il 21 Settembre del 1832 ad Abbotsford House.