Quante volte guardando il film “L’attimo fuggente”, abbiamo sorriso, versato qualche lacrima e immaginato situazioni, nel momento in cui il gruppo di studenti sale sui banchi recitando “O Capitano! Mio Capitano”? Colui che con una delle sue opere ha permesso questo turbinio di sentimenti, è Walt Withman, poeta e scrittore statunitense.
Nasce a West Hills il 31 Maggio 1819, in una famiglia composta da altri nove fratelli. Nel 1823 si trasferisce con la famiglia a New York, nel quartiere di Brooklyn, e dal 1825 al 1830 frequenta la scuola pubblica. Dopo la sua breve carriera scolastica, però, Withman inizia a lavorare, “buttandosi” in diversi mestieri: aiutante di studio di un dottore e un avvocato, apprendista in una tipografia fino al 1835, quando un grosso incendio divampò in città, bruciando la tipografia dove nel frattempo, era stato assunto a tempo pieno.
Un anno dopo, inizia ad insegnare in piccole scuole di provincia. È in questo periodo della sua vita che viene accusato di aver avuto una relazione sessuale con uno studente. Non fu mai trovata una prova certa, ma comunque Withman venne allontanato e perse il lavoro.
La sua “frenetica” vita lavorativa continua inarrestabile: nel 1838 fonda a Long Island il settimanale “Long Islander” che durerà un anno; nel 1840 ricomincia ad insegnare, e nel 1841 viene assunto come tipografo dal “New World” di New York. Nel 1842 scrive per il quotidiano “Aurora” e successivamente per “Evening Tattler”. Infine, nel 1846 diventa redattore del “Brooklyn Daily Eagle”.
Nel 1849, Withman dirige sempre a Brooklyn, il “Freeman”, un giornale legato al partito antischiavista “Freesoil”. Dopo questo anno, forse stanco o forse perché sente la necessità di reinventarsi ancora una volta, Withman lascia il giornalismo e inizia a lavorare nuovamente come tipografo, e ad aiutare il padre nel suo mestiere di falegname e costruttore edile.
Come a volte si dice però, “trovarsi nel luogo giusto al momento giusto”: la sua attività di tipografo permette allo scrittore si stampare nel 1855 il suo primo libro composto da 12 poesie senza titolo, “Leaves of Grass”, e vendute da Withman stesso per le strade, come un “Poeta ambulante”. L’importanza e la profondità di questo gesto, si può comprendere dalle sue parole, rilasciate in un’intervista a “The Signal”, nel 1888:
Se scrivete cose non conformiste che intendono mettere in dubbio il pensiero della gente, potreste aver bisogno di pubblicarle voi stessi.
L’intervista si concluse con un suggerimento ai giovani scrittori: “diventate stampatori esperti”.
Il 26 Maggio 1892, Withman muore a Camden, dopo una serie di problemi di salute che hanno segnato gli ultimi anni della sua vita.
Tra le sue opere troviamo: “Nel West e altri viaggi”, “Calamus. Poesie da uomo a uomo”, “Fronde di Novembre”, “Sabbie a settant’anni”, “Sguardo retrospettivo alle vie battute”, “Addio fantasia”. L’opera più conosciuta e amata dal pubblico, e dallo scrittore stesso, è “Foglie d’erba”, una raccolta di poesie.
Il modo di scrivere di Withman, all’epoca e, molto probabilmente, anche oggi, veniva considerato pericoloso, talvolta inaccettabile. “L’accusa” che gli fu rivolta di essere omosessuale, gli provocò una reazione brusca e negativa prima, ma che poi lo spinse a diventare un vero e proprio difensore dell’omosessualità e della sessualità in genere. Decantava la libertà come mezzo per far sì che l’uomo, diventasse protagonista della sua vita. Insomma Walt Withman era un sognatore, un idealista come ce ne sono tanti al giorno d’oggi e che potrebbe rispecchiare i sentimenti, le lotte e le rivoluzioni di ognuno di noi.