Cos’è una biofiction? Scoprilo qui.
<Start>, e giù un’altra fotocopia. Non ne potevo più di questa vita, era da un anno intero che rincorrevo il mio sogno, quello di avere una casa dignotosa e una paga da vero professionista. Dopotutto io sono sempre Io, che diamine! Ma forse meritate qualche spiegazione in più.
L’altro giorno mi recai in ufficio come tutti i Santi Giorni, bisogna pur rispettare le ricorrenze, non credete? Ad ogni modo, ogni cosa era al suo posto, la porta cigolava, la serratura si incastrava e le grida del direttore arrivavano alle stelle. L’avevo messo in guardia dallo scrivere quella frase, se l’articolo fosse stato pubblicato avrebbe suscitato l’Inferno, ma lui no, l’ha voluto pubblicare: “Il dovere di cronoca innanzitutto!”. Bah, me ne sbatto io della verità, guardate dove l’ha portato ora, a discutere in tribunale per le sue accuse; certe cose non vanno dette, lo sanno anche i sassi!
“Il direttore” doveva ringraziare solo il mio vecchio padre, o meglio la sua polmonite, che a quel tempo lasciò solo ed unico proprietario mio zio, ed ecco che puff, io vengo declassato a vicedirettore ed il figlio prende le redini di tutto, bastardo!
Così tra un “Porca” e un “Ma vaff…” presi posto al mio scranno, dove Maria aveva appoggiato le mie agenzie. Ah Maria, quant’era dolce il suo viso, cosa non avrei dato in cambio di un pizzico delle sue attenzioni, quale delitto non avrei consumato al sol pensiero di non doverla più immaginare accanto a lui in un letto!
Del resto, lo so, mi provocava. Veniva a lavoro sempre con quella veste lunga, un abito orrendo, che non gli donava la benché minima nota di femminilità, ma io sapevo che sotto tutte quele pieghe bianco-azzurre qualcosa di sublime, di divino si nascondeva. Fu così che il seme fu piantato, e la conseguenza inevitabile ne scaturì. Licenziato. Ma come, perchè?
– Ascolta, Tu sei da sempre stato il punto di riferimento per tutta le redazione, del resto sei qui da più tempo di me, quando mio padre mi lasciò il giornale tu eri qui quasi da tempo immemore, anzi, ora che ci penso non so quanti anni hai, ma lasciamo stare, veniamo al dunque. L’editoria è in crisi, lo sai meglio di me, e tutte queste querele costano avvocati, mi dispiace tanto…
– Sii più chiaro…
– Devo sospendere le pubblicazioni per un po’.
– Incompetente, Caino, Demonio! Me la pagherete, ingrati, me la pagherai, diventerai mio servo!
Così, furente, abbandonai il mio trespolo eterno, e mi preparai alla vendetta. Lei rincasava subito prima di cena, intorno alle 19:00: fu fin troppo semplice, il GHB fece il resto.
Un lavoro pulito, ora era il suo turno, ma bisognava agire in fretta, niente polizia tra i piedi. Convinsi un vecchio barbone, Joseph, a dormire sotto un tetto quella sera, al caldo, diciamo che non fu una grande opera di persuasione.
Un’ora e mezza più tardi lui rincasò, potevo scorgere lo spettacolo dalla finestra dirimpetto, avendo avuto cura di lasciare le tende aperte: lui li osservò silenzioso per dieci minuti, entrambi erano immersi in un sonno profondo, perchè la vita, in un modo o nell’altro, così aveva imposto loro, corsi immediatamente in strada e bussai il campanello, Joseph si svegliò, era armato ed io lo sapevo, iniziarono le grida, ormai solo lei stava ancora dormendo, immacolata. Sfondai la porta, estrassi la pistola e, senza proferir parola, freddai il pericoloso stupratore.
– Ero venuto a porgerti le mie scuse peer il mio comportamento di oggi.
– Tu mi hai salvato, come posso ricambiare?
Fui nominato impiegato dell’anno, e alla morte del dir. presi in mano la situazione. Lui crebbe il figlio che Maria portava in grembo: quando fu adulto, lo portai via con me.