Scrittore forse unico ad essere entrato nella Wrestling Hall of Fame, è considerato il romanziere USA tra i più amati degli ultimi 30 anni.
John Irving nasce il 2 Marzo del 1942 nel New Hampshire, stato del Nord America incastonato tra Massachussets, Vermont, Main e Canada. Della sua terra e di quelle confinanti parlerà molto nei suoi romanzi perché Irving crede nel valore pedagogico dei luoghi in cui si nasce e cresce, come se caratterizzassero in qualche modo la formazione della persona o ce li portassimo dentro anche cambiando città o nazione.
Si laurea in letteratura presso l’Università di Pittsburg dopo essere stato a lungo in Europa negli anni “60, soprattutto a Vienna ed in seguito ad un corso di scrittura presso l’Università dell’Iowa decide di darsi alla scrittura. Così a 26 anni pubblica il suo primo lavoro: “Liberate gli Orsi” ispirato alla storia austriaca degli anni della II Guerra Mondiale.
Non si aspettava certo di ricevere successo e notorietà con questo romanzo ma neppure la freddezza e lo scarso entusiasmo con cui critica e lettori accolsero il testo. Nonostante una prima deludente prova, non abbandonò la scrittura ma per guadagnarsi da vivere si dedicò all’insegnamento come docente di letteratura Inglese al Mount Holyoke College dedicandosi al contempo ad un’altra grande passione: la lotta libera. Tra il 1972 ed il 1974 pubblicò altri due romanzi con la casa editrice Random House (la stessa che curò Liberate gli Orsi): “La cura dell’acqua pura” e “Doppia coppia”. Ispirate a storie e personaggi dai contorni complicati, anche questi libri furono accolti con tiepido riconoscimento benché Irving avesse dato prova di abilità elevate per tecnica narrativa e l’impegno morale che scaturiva dalla trama.
Convinto a non rinunciare al sogno di diventare uno scrittore di professione, a fine anni “70 decise di affidare i suoi nuovi lavori alla casa editrice Dutton che curò la presentazione pubblicitaria ed il marketing dei romanzi successivi. Uomo schivo e molto legato alla sua famiglia (due matrimoni e quattro figli), Irving è strenuo difensore dei diritti dei bambini, degli omosessuali e dei deboli che la società americana, ma tutte le società del mondo continuano ad ignorare od ostacolare, compresi gli omosessuali. Per queste sue caratteristiche e per la sensibilità nei confronti dell’infanzia, tanto presente nei suoi 13 romanzi, viene definito il Charles Dickens del XXI secolo e come obiettare con questo paragone?
Già nel 1978 con la pubblicazione del primo romanzo bestseller “Il mondo secondo Garp” , giunsero i primi riconoscimenti e le milioni di copie vendute nonché lo scalpore e la riflessione che generò negli USA per alcuni mesi, convinsero il regista George Roy Hill a trasporre il romanzo in un film (tra gli attori protagonisti Glenn Close e Robin Williams). Nel libro vengono trattati argomenti forti e duri che la bacchettona società americana proprio non voleva affrontare: femminismo, maschilismo, violenza di genere e deviazione sessuale tutto condensato da una scrittura elegante che non dimentica l’ironia quando serve. Perché Irving cura i suoi personaggi uno ad uno e non importa che leggendo un suo libro si fa una gran fatica a ricordarli tutti, a capirli per la numerosità e la complessità del loro carico di umanità, disperazione, paradossi finanche irriverenza. Ciascuna storia, personaggio è una vita e come tale richiede il tempo necessario per studiarla,assimilarla e lasciarsi scuotere da queste storie.
Nel 1981 pubblicò “Hotel NewHampshire”, un racconto intenso ed immenso di una numerosa famiglia americana i cui componenti cercano a modo proprio la strada per la propria realizzazione, di diventare se stessi senza per questo perdere la libertà. Tipico dello stile “irvinghiano”, a ciascun protagonista si intrecciano le vicende di altre figure fino a creare un intreccio scorrevole ma impegnativo da ricordare.
Quando “Le regole della casa del sidro” fu pubblicato nel 1985 ci fu quasi una ovazione di critica e lettori. Ancora oggi a molti anni di distanza e dopo un film che attribuì allo stesso autore l’Oscar per la migliore sceneggiatura, è un libro-manifesto di temi come l’abbandono dei minori, il diritto all’aborto, l’incesto, l’omosessualità. Ci vuole coraggio e capacità miste ad una grande saggezza per affrontare simili tematiche senza incorrere in retoriche riflessioni più legate ad un fenomeno di costume che all’etica ed alla morale.
Negli anni ’90 e fino ai giorni nostri la sua produzione non ha disatteso le aspettative di pubblico e numerosi sono stati i romanzi pubblicati tra cui si ricordano qui “Figlio del Circo” (1994), “Il mio cinema” (1999), “La quarta mano” (2001), “In cerca di te” (2005), “Ultima notte a Twisted River”(2009) fino al recentissimo “In una sola persona” del 2012 in cui viene trattato il tema della bisessualità, la transessualità ed il transgenderismo non nascondendo quel senso di incertezza, paura e dolore che l’essere diversi suscita nell’animo umano.
Questo libro ha anche un valore familiare particolare poiché in qualche modo è stato scritto affinché uno dei figli di Irving,Everett, potesse leggerlo e trarre forza e serenità nel vivere la propria omosessualità. Come ha dichiarato lo stesso scrittore in una bella intervista rilasciata lo scorso anno**:
“Come ho detto a Everett quando ci ha comunicato di essere gay, lo amo ancora di più per il fatto di esserlo. Perché di più? Perché essendo gay farà più fatica in questo mondo e deve sapere che io sono fiero di lui. Deve sapere quanto lo amo per quello che è”
– ed ancora- “Avevo già iniziato a prendere appunti per questo romanzo prima ancora di venire a sapere che Everett lo fosse. Nei sette-otto anni antecedenti a quando ho cominciato a scriverlo, nel giugno 2009, ho annotato varie cose e già sapevo tutto quello che mi occorreva sui personaggi e la trama. Il protagonista sarebbe stato un giovane bisessuale che si innamora di una donna transessuale più anziana di lui. Poi, certo, può anche darsi che io abbia sentito una maggiore urgenza a mettere questa storia al centro del mio romanzo e a spicciarmi a scriverlo in modo che Everett lo potesse leggere poco più che adolescente”.
*Libertà per gli Orsi, cit.
**http://d.repubblica.it/dmemory/2012/05/26/attualita/attualita/098irv79398.html