Ah, le buone azioni: cosa sarebbe il mondo senza questo baratto di umanità contagioso e gratificante? Bisogna farlo sapere anche ai bambini, però: perché è vero che la vita non tiene nascoste a lungo le gioie del donarsi, ma diciamocelo, non si sa mai.
E quindi i tre volumi di questa puntata parlano di sostegno al prossimo… in forma diversa e diciamo “mutevole”: le varie facce della medaglia. (Vi siete persi la puntata precedente, a tema INSEGNARE? Nessun problema, eccola!)
Barchetta, Andrea Alemanno (Lineadaria)
Lineadaria è una piccola casa editrice biellese che si sta molto impegnando, sul fronte della letteratura per bambini: fondata nel 2005, ha ormai un catalogo di tutto rispetto e morde ai polpacci le fiere di settore. Barchetta, scritto e disegnato dal giovane napoletano Andrea Alemanno (che a breve ritroveremo, segnatevelo), racconta con grandi tavole ricche di movimento la storia di una piccola nave di carta che, solcando gli oceani di tutto il mondo, ha visto e vissuto ogni sorta di cose: incontri con le sirene, mattanze di balene, tragici naufragi. Finché un giorno le onde non la abbandonano su una spiaggia per lei sconosciuta: come sopravviverà a tutta quella vegetazione sconosciuta, a quella sabbia e a quel vento nemici? Un lupo di mare, fuggito su quella spiaggia per tenere la dovuta distanza da un genere umano che l’ha deluso, la raccoglierà salvandola dalla solitudine, cancellando le sue paure e prendendola con sé: insieme sarà tutto più semplice.
Grandi zoom su particolari sfumati – prue, volti, ombre, code – e pochi colori fanno di Barchetta un albo emotivamente importante e dalle tematiche impegnate; l’amicizia con cui si chiude alza l’asticella dell’ottimismo di una storia che mette il dito sulle brutture di una vita che ci sta sfuggendo di mano.
Il piccolo Pierre, storie disordinate, Corrado Mastantuono, Stefano Intini (Tunuè)
Il sogno di tutte le mamme: un angelo custode che pedina il proprio figlioletto in ogni sua avventura. Ecco, Pierre è un bambino molto sveglio e simpatico, che però ha qualche problemino. Per cominciare non ha la mamma, ma solo un papà che, per quanto bene gli voglia, è indaffaratissimo con il proprio lavoro. E poi ha Pilar: un diavoletto custode con nome da femmina, ciuffo rosso, pancetta incipiente che sbuca da sotto al giubbino di pelle e una ribalderia ben poco politically correct – di essere buono, per capirci, non gliene può fregare di meno. Provate voi a convivere con un pazzo scriteriato invisibile, quando ciò che volete è solo imparare e comportarvi bene! Così Pierre a scuola non lega con i compagni ed è visto come, uhm, “originale” dalle maestre, per la disperazione del padre. Una gita scolastica si tramuterà in un’epopea ai Caraibi a tinte gialle, tra pirati e verdure giganti.
Tunuè è una casa editrice che si occupa di fumetto e quella di Pierre, con il suo più-o-meno-amico Pilar, è sostanzialmente una graphic novel per bambini: l’intera collana Tipitondi punta ad introdurre i piccoli lettori a questo universo letterario sempre più ricco di titoli e generi. Il team di autori e illustratori esce dritto dritto dalla grande palestra Disney, a cui il disegno e la trama si ispirano chiaramente; i personaggi sono invece più marcati, affilati, coloriti: allusioni e situazioni “adulte” tolgono la patina buonista dello stile topoliniano, inserendosi più nel filone alla cartoni animati da Aladdin in avanti.
Costruirsi un pubblico di più giovani trattandolo però da adulto: una strategia che applaudiamo.
Radici, autori vari (Franco Cosimo Panini)
Diciamocelo: l’arte spesso fa a cazzotti con la beneficienza. I mercati del disco, del teatro, del libro pullulano di prodotti così così che però “tutti i proventi saranno devoluti a”, e allora dai, compriamoli che si fa del bene. Come se l’intento giustificasse tutto.
Poi però ti capitano in mano cose come questo Radici e pensi, testuale: sono un cretino. Perché ci sono casi, come il libro in questione, che ti dimostrano come si possa fare arte e del bene intessendo entrambe le cose in una trama che le leghi indissolubilmente, perché da una scaturisce l’altra e viceversa. Il terremoto emiliano del 2012 è stato un cataclisma che, come spesso accade in questa povera Italia che quando serve dà sempre il meglio di sé, ha acceso qua e là scintille di passione, di genio, di solidarietà, di ingegno e anche d’arte. Il progetto “Il Cantiere della fantasia” ha radunato nelle zone tra Modena e Ferrara una all star di autori, illustratori, fumettisti, musicisti, librai, associazioni e chi più ne ha più ne metta, che ha lavorato con i bambini per comprendere ed estirpare la paura che aveva rapito loro la gioia di vivere. Le radici sono quanto di più saldo il mondo ospita, palco di rami a testa in giù che affonda nella terra per dare certezze a chi da esso è sostenuto: e così autori come Bruno Tognolini, Anselmo Roveda, Giovanna Zoboli, Gek Tessaro, Fulvia Degl’Innocenti hanno visto le loro storie, poesie e favole – nate con i bambini nel Cantiere – illustrate da altri “pesi massimi” come Nicoletta Costa, Marco Paci, Allegra Agliardi, Arianna Papini, Pia Valentinis, Andrea Alemanno (ve l’eravate segnato?).
Ogni pagina è un’invenzione sul concetto di memoria, di aiuto, di amicizia, di forza, metafore per spiegare che il terremoto non ha colpe, non è una punizione, che soprattutto ci si può rialzare aiutandosi. Radici è una miniera di spunti, di emozioni, di allegria contro tutto e tutti – peraltro in una veste grafica curatissima. Si parlava anche su queste pagine di ICWA e dell’obiettivo che l’associazione si pone di riportare in auge all’estero la letteratura per bambini: ecco, non sono nessuno per dirlo, ma penso che un prodotto come Radici sia una vetrina favolosa e completa di quel che in Italia sappiamo fare in quest’ambito.
Chiudo con la splendida “Sarà”, di Alberto Galotta: penso che la appenderò sulla mia scrivania in ufficio, non si sa mai che mi dimentichi di certe cose.
Non sarà quercia di chioma frondosa
Se seme non è
Che nella mano riposa
Non sarà mare di flusso impetuoso
Se ruscello non è
Che scorre allegro e gioioso
Non sarà vento di soffio frizzante
Se respiro non è
Che accarezza la fronte
È davvero piccolo chi ora è piccino?
Sarà grande soltanto chi è stato bambino.